Borgate ed altri itinerari
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- Scritto da Genziana Ricci
In questo nuovo post, vorrei approfondire l'argomento della nomenclatura di edifici e vie già cominciato nell'articolo La Mota: una struttura e un nome che raccontano una storia a proposito della Mota di Argelato. Come dicevo, questo edificio fino a quasi un secolo fa era denominato "La Motta", poiché sorge sui resti dell'antico Castello Motta (C'era una volta il Castello Motta di Argelato. L'evoluzione dal Medioevo ad oggi), distrutto tra il XV e XVI secolo. Non ho trovato al momento prove riscontrabili del fatto che La Mota attuale sia quanto rimasto dell'antico borgo fortificato o che sia stata ricostruita successivamente.
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- Scritto da Genziana Ricci
In biblioteca continuavo ad osservare quelle mappe e non capivo come mai, con un'arteria grande come quella della via Galliera, tutti i periti agrimensori si fossero concentrati sulla via Lame, documentando in primis le località presenti fra Trebbo di Reno e Volta Reno ed escludendo Argelato. Venne in mio soccorso la bibliotecaria che, abitando a Pieve di Cento, mi fece notare che allora (intendiamo tra il 1600 ed il 1800) la strada che veniva percorsa per andare da Bologna a Cento era la via Lame, non la via Galliera. Pertanto, gran parte delle mappe e della documentazione esistente della nostra zona prende come riferimento il tratto che costeggia l'argine del fiume Reno.
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Zaino in spalla, macchina fotografica alla mano. Osservo curiosa gli assolati campi coltivati attorno a me. Quest'oggi ero curiosa di avventurarmi sulla via Ronchi, un'antica stradina di campagna che collega Argelato a Castel D'Argile. Il motivo della mia curiosità è principalmente storico. Una passeggiata sulla via Ronchi, infatti, permette di osservare alcuni edifici di notevole interesse storico e architettonico.
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- Scritto da Genziana Ricci
Oggi vedremo cosa ci riserva di interessante la frazione Le Budrie di San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna, una zona costituita da borgate, ville ed altri edifici di interesse storico e architettonico.
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Alcune storie ci insegnano che possiamo chiamare casa un luogo nel quale lasciamo il nostro cuore, un posto al quale sono legati ricordi, relazioni importanti, sacrifici. Anche se non ci abitiamo più. E quando questo sparisce, perché il tempo o l'uomo la spazzano via, è come se venisse a mancare una parte di noi stessi. La storia del borgo del Savignano di Argelato è uno di quei racconti.
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- Scritto da Genziana Ricci
Anni fa, quando lavoravo a San Giovanni in Persiceto, venivo a rifugiarmi in questo luogo durante la pausa pranzo. Seduta su una panchina, fissavo a lungo e con un po' di nostalgia quel gatto bianco e nero rannicchiato su un muretto che mi ricordava tanto l'amico più simpatico a quattro zampe che abbia mai avuto.






