Piazzetta Betlemme e i suoi inganni
Anni fa, quando lavoravo a San Giovanni in Persiceto, venivo a rifugiarmi in questo luogo durante la pausa pranzo. Seduta su una panchina, fissavo a lungo e con un po' di nostalgia quel gatto bianco e nero rannicchiato su un muretto che mi ricordava tanto l'amico più simpatico a quattro zampe che abbia mai avuto.
Era primavera eppure nella Piazzetta Betlemme, un nucleo di casette rese pittoresche dai dipinti trompe l'oeil del grande scenografo Gino Pellegrini, sembrava che la natura non si fosse mai sopìta durante l'inverno.Â
Il visitatore curioso si troverà circordato da animali fantastici come asini con le ali, gigantesche oche, maiali sorridenti, enormi cavoli, verze e fiori di zucca a contornare le porte di ingresso delle case. Un'ambientazione creata per immergerlo in una dimensione surreale, dove anche la semplice realtà quotidiana di un panno steso fuori dalla finestra è in verità pura illusione. Di qui il soprannome "Piazzetta degli inganni".
Un'opera d'arte a cielo aperto che dagli anni '80 ha visto Gino Pellegrini, appena rientrato da Hollywood, impegnato in quattro cicli pittorici differenti: la prima edizione del 1982 nacque come progetto scenografico per reinventare quello spazio degradato che avrebbe dovuto ospitare una rassegna di cinema comico americano. L'artista diede vita ad allusioni scenografiche a metà tra il rurale ed il farwest, nella quale l'illusione delle pitture si fondeva con la reale condizione degli intonaci e delle strutture delle case; la seconda edizione del 1990 è stata dedicata alla poetica di Cesare Zavattini, che infatti compariva appoggiato al ponteggio di un ipotetico cantiere oltre il quale si stagliavano dolci paesaggi padani. "Un regno dove buongiorno vuol dire veramente buongiorno", citava una scritta a caratteri infantili sul cielo del lato sud della piazzetta, rimandandoci al film "Miracolo a Milano", di cui Zavattini fu sceneggiatore; nell'edizione del 1998, i paesaggi padani mutano in un tripudio di ortaggi, fiori e rampicanti, animali e personaggi onirici.
Forse Zavattini compare ancora, sia come il bambino con la coppola verde in testa che spunta dal cavo di una quercia, sia come l'anziano con un coniglio bianco in braccio che osserva con espressione stupita quanto vede attorno a sé; nell'edizione del 2004, quella che possiamo vedere attualmente, la favola di ortaggi ed animali fantastici continua, ma questa volta senza figure umane.
Le pareti appaiono squarciate, aprono la vista alla vastità di cieli azzurri. Su una parete c'è un pannello sul quale l'artista ha raffigurato una vetrinetta con qualche pagnotta di pane, l'immagine di S. Antonio Abate ed una dedica scritta su una lavagnetta: "Ai bambini di ogni età ".
Come a dire che se riusciamo a farci incantare da questo luogo è perché dentro di noi c'è ancora un bambino in grado di sognare. Ogni volta che mi trovo qui, mi piace pensare che Pellegrini abbia visto in questo angolo di paese una storia ancora tutta da raccontare, un mondo a parte che poteva trasformarsi più volte in un altro luogo. E che poi il suo sogno sia continuato, percorrendo strade più vicine alla nostra realtà rurale, al nostro passato storico/genetico.
Basti pensare a Borgata Città , piccolo nucleo di case a poca distanza da San Giovanni in Persiceto, dove su un deposito di attrezzi il Pellegrini ha dipinto storie di vita passata e presente, dedicandole "Agli animali ed ai bambini di Borgata Città di ieri e di oggi, perché il gusto del gioco continui per tutta la vita". Per anni, Gino Pellegrini ha dato vita a migliaia di visioni. Come quel bambino che faceva capolino dal tronco cavo di una quercia, ha conservato per tutta la vita la capacità di sognare anche senza addormentarsi. La sua poetica artistica è quanto di più significativo ci ha lasciato, anche dopo la sua improvvisa scomparsa nel 2014.
Parafrasando quanto scrisse Lewis Carroll in "Alice nel Paese delle Meraviglie", sappiamo che sarebbe sufficiente aprire gli occhi per tornare alla sbiadita realtà senza fantasia degli adulti.
Ma per fortuna Piazzetta Betlemme, come altri luoghi nei quali l'artista si è trovato ad intervenire, è una dimensione immaginifica inserita in un contesto reale, un sogno dal quale non è necessario risvegliarsi, a meno che non vogliamo chiudere gli occhi per continuarlo a modo nostro.
Bibliografia, link e materiali utili alla scrittura dell'articolo:
- Gino Pellegrini - La piazza dei sogni dipinti – Editrice Consumatori, 1998
- Informazioni pubblicate sul sito del Comune di San Giovanni in Persiceto
- www.ginopellegrini.it
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