Edifici Storici

Il Santuario del Poggetto di S. Egidio di Ferrara

Che ci crediamo o meno, nessun luogo si raggiunge mai per caso, qualsiasi sia il percorso che ci conduce fino ad esso. Pertanto, quando nelle mie ricerche sul territorio ferrarese mi sono imbattuta nel Santuario della Beata Vergine del Poggetto di S. Egidio, nella provincia di Ferrara, mi ci sono recata senza pormi quelle domande che, sapevo, avrebbero trovato risposte nel luogo stesso.

Santuario del Poggetto, S. Egidio (FE)Sono arrivata al Santuario attraverso un percorso di strade di campagna, imboccando poi la via del Poggetto. Questa stradina è la parte iniziale di un percorso campestre che anticamente si chiamava via Suore, forse per ricordare le Benedettine, antiche proprietarie della località. Su questo percorso, tra la fine dell'800 e l'inizio del '900 Monsignor Zanardi (figura molto importante per il Santuario, che incontreremo anche più avanti) si occupò di fare costruire 15 capitelli a rappresentazione dei misteri del S. Rosario. L'ing. V. Scabbia li disegnò e A. Gilli li realizzò. Sotto la nicchia di ogni capitello fu scolpito su marmo il nome dell'offerente, mentre sotto il dodicesimo fu collocata una lapide con iscrizione latina a ricordo dell'avvenimento.

Capitelli del Santuario del PoggettoOggi questi pilastrini sono ancora esistenti e ci accolgono in particolare nella prima parte del percorso. Non tutti sono in ottime condizioni, ma quelli più prossimi al Santuario sono stati di recente ristrutturati con nuove opere moderne, realizzate con il contributo di alcuni donatori.

 

Parcheggio l'auto all'ombra degli alti pioppi cipressini che circondano la proprietà. La prima cosa che mi colpisce è il vento, che a dispetto del caldo infernale della stagione, soffia vigoroso tra le fronde degli alberi, tra il grano maturo e, non di meno importanza, tra i miei cortissimi capelli. Per capire come sia possibile tutto questo basta osservare il territorio attorno al Santuario. Gli alberi, alcuni altissimi, sono dei grandi conduttori di aria. E poi c'è il piccolo poggio, rialzato, quindi più esposto al vento, sul quale sorge il Santuario. Questa è la ragione per la quale il luogo è noto anche come Santuario del Poggetto.

Ma perché si decise di rialzare il terreno proprio in questo luogo? Ebbene, la tradizione popolare racconta dell'antico ritrovamento di una immagine della Madonna che fu poi appesa ad una vigorosa rovere quando le valli ad occidente di S. Egidio erano frequentemente inondate dal Po di Primaro. Il rialzo aveva un duplice scopo: proteggere la Madonnina dall'acqua e fare in modo che la Vergine vigilasse sulle campagne e sui suoi abitanti.

 

Beata Vergine del Poggetto, S.Egidio (FE)Quanto all'origine del culto della Vergine del Poggetto, possiamo dire che è antichissimo. Le fonti narrano che già dal XII secolo qui esisteva un oratorio dedicato all'Annunziata, denominato anche Santa Maria del Poggio. La prima menzione è in uno scritto del 1317, nel quale si indica che il conte Uguccione di Galliera donò ad esso tutti i suoi beni ed in epoca successiva la chiesa, con tutte le sue pertinenze, fu assegnata alla parrocchia di Sant'Egidio. L'oratorio è citato anche in un censo del 1426, nella visita del Beato Giovanni da Tossignano del 1434 ed in varie visite di vescovi. Originariamente, la Madonnina doveva essere in terracotta, ma andò perduta per incendio o inondazione. La rovere non ebbe un destino migliore: il Rettore Don Lupi la fece recuperare nel 1891, durante la costruzione del coro della piccola chiesa di allora, e la collocò dietro all'altare riparata da un vetro, ma fu definitivamente perduta quando il 22 aprile 1945 alcuni soldati in fuga incendiarono il Santuario e la casa vicina.


Le tradizioni popolari, si sa, sono potenti e il culto della Vergine del Poggetto si diffuse così tanto tra le popolazioni circostanti che lo storico Guarini annotò nel 1621 che l'afflusso dei fedeli era straordinario, specialmente in Quaresima, in coincidenza con la festa dell'Annunciazione (25 marzo). Le cronache raccontano il memorabile trasporto della Santa Immagine nel luglio e settembre del 1855 alla Chiesa Parrocchiale di S. Egidio per implorare pietà e misericordia contro l'epidemia di colera che mieteva vittime sempre più numerose in città e in campagna. Si racconta inoltre che il parroco avesse prestato l'immagine della Madonna del Poggetto al paese di San Bartolomeo in Bosco e che il 1° gennaio 1945, al termine della Messa, 38 persone di S. Egidio andarono a riprendersi la Santa Immagine e in processione la riportarono al Poggetto.

 

La devozione verso la Vergine, la fama delle sue grazie e l'antichità del suo culto sono esponenzialmente cresciute nel corso dei secoli anche grazie all'impegno delle istituzioni ecclesiastiche.
Infatti alla fine del '700, il Cardinale Magalotti ingiunse al Parroco di S. Egidio, da cui dipende tutt'ora il Santuario, di celebrare una S. Messa ogni sabato e nella festa dell'Annunciazione.
Don Melchiorri, Parroco di S. Egidio dal 1873 al 1895 e fratello dello storico Giuseppe Melchiorri, si adoperò per rendere ancora più sentito il culto della Vergine, riprendendo le sacre funzioni settimanali, fondando la "Pia Unione della Madonna del Poggetto" ed accogliendo i pellegrini che venivano sempre più numerosi dalle parrocchie vicine.
A questo si aggiunsero il riconoscimento a "Santuario" da parte di Papa Pio IX ed il riconoscimento ufficiale del Capitolo Vaticano, che decretò l'Incoronazione della Sacra Immagine nel 1901. A poca distanza dal Santuario sorge la casa, già proprietà Giustiniani, nella quale la prodigiosa immagine fu incoronata.

 

Croce del Santuario del PoggettoPrima di entrare nel Santuario, mi prendo un momento per contemplarne l'esterno e ciò che lo circonda. Si devono in particolare a Monsignor Giuseppe Zanardi, professore di filosofia in seminario ed in precedenza cappellano del Santuario, le significative opere di rinnovamento interno ed esterno del Santuario tra la fine dell'800 ed il primo trentennio del '900: in prossimità dell'ingresso, si trova una monumentale Croce con base di cinque metri, in marmo veronese. Fu innalzata nel 1900 per rendere omaggio a Cristo Redentore e sul braccio trasversale è scritto "Redemptori Iesu Cristo Domino Nostro - otto settembre 1901". La base è circondata da vasi di gerani rossi e non credo si tratti di una scelta casuale. Nel linguaggio dei fiori, il geranio rosso simboleggia il conforto ed anche una malinconica ricerca di consolazione; il campanile fu costruito tra il 1931 ed il 1933 (le fonti in merito non sono concordi). E' alto 26 metri, in pietra a vista, con quattro sottili fasce in cotto che ne delineano i piani, contiene cinque campane e affissa alla parete anteriore si trova una lapide commemorativa dedicata a Monsignor Zanardi; quanto alla Chiesa del Santuario, nel 1894 gli ingegneri V. Scabbia ed A. Chiozzi presentarono i disegni per l'innalzamento in sostituzione del vecchio Oratorio, secondo uno stile gotico-lombardo.
Campanile e magnolia monumentaleIntorno al santuario un parco con prati ben tenuti e vialetti alberati rende il luogo un’oasi di pace e tranquillità. Da notare in particolare una monumentale magnolia posta in prossimità della Croce.

 

Il sogno di Gioacchino, Santuario del PoggettoA questo punto, la curiosità di vedere l'interno del santuario e di incontrare la Sacra Immagine della Vergine è tanta. Perciò, entro con calma guardandomi attorno. E' interessante constatare come con le opere di fine '800 il Santuario ha assunto l'aspetto esteriore delle antiche chiese gotiche a tre navate, anche se l'interno è rimasto a navata unica, molto semplice e sobrio. Alle pareti laterali sono appese le riproduzioni di alcuni degli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni di Padova. Le scene raffigurate sono tutte riferite alle origini di Maria: si notano infatti alcune delle “Storie di Gioacchino ed Anna” e delle “Storie di Maria”. Vetrate dedicate a Maria nelle Litanie del RosarioLe sette splendide vetrate dipinte a mano sono state posate nel novembre del 2021. Esprimono la spiritualità profonda del santuario e si offrono come meditazioni sul mistero della Vergine Maria attraverso alcune immagini con cui la tradizione popolare invoca Maria nelle Litanie del Rosario: Maria porta del cielo, Maria stella del mare, Maria rosa mistica, Maria torre d’avorio, Maria roveto ardente, Maria scala di Giacobbe, Maria fonte di acqua viva.

Ex-voto per la Madonna del PoggettoSu una bacheca sono affissi numerosi ex-voto, piccoli e grandi doni alla Madonna per le grazie ricevute.

Ai piedi dell'altare, che nel 1966 sostituì quello antico in marmo danneggiato dall'incendio del 1945, una lapide scritta in latino ci ricorda ancora Monsignor Zanardi, le cui spoglie mortali, dopo la sua morte avvenuta del 1940, vennero deposte ai piedi della Vergine, alla quale ha dedicato costante cura e devozione.

Lapide sepoltura Monsignor ZanardiAccendo una candela e pronuncio una preghiera che, ne sono certa, Lei ascolterà. Poi mi avvicino all'altare ed osservo in silenzio la Sacra Immagine.

Rappresenta la Madonna assisa in trono con Gesù Bambino benedicente. Fu dipinta a tempera su una tela finissima foderata sul retro con tela più consistente. Solo le teste della Madonna e del Bambino sono rifinite, mentre il resto, non molto particolareggiato, è caratterizzato da sottilissime tinte. Oggi è racchiusa in un'apposita teca, ornata da una cornice dorata del '700, dono della cittadina Parrocchia del Gesù.
Ma a quando risale e chi ne fu l'autore?
Bisogna dire che le ipotesi sono diverse. Il Melchiorri

fece accurate ricerche per appurare l'autore della tela, ma senza giungere con certezza ad una attribuzione. Lo storico ferrarese Napoleone Luigi Cittadella sostenne che l'opera proveniva dalle scuole di pittura ferraresi del XVI secolo e la attribuì a Sebastiano Filippi da Carpi, detto il "Bastianino". Nel 1878 il pittore Antonio Benini di Bondeno dichiarò che il buon disegno delle parti nude e l'espressione dei visi dimostravano una mano maestra, anche se la tela era stata rimaneggiata da incompetenti che non avevano saputo conservarle il pregio artistico. Pur dissentendo in qualche punto dal Cittadella, riconobbe che l'insieme ed il movimento delle figure gli sembravano appartenere al periodo del Quattrocento o del Cinquecento.

Nel 1982, l'opera fu restaurata dalla ditta A. & G. Piella di Ferrara a spese del Vicariato di S. Giorgio ed i restauratori espressero il parere che la Santa Immagine fosse di scuola ferrarese del XVII secolo. Dunque, in generale si suppone che l'opera sia rinascimentale.

Sorrido, perché qualunque sia la sua origine questa immagine è bellissima ed evoca una pace ed una tranquillità tali da farmi comprendere il motivo per il quale sono venuta qui.

 

Esco dal santuario con la stessa calma con la quale sono entrata e torno ad osservarlo dall'esterno. E' ammirevole il modo con il quale questo luogo sacro ha affrontato le avversità del tempo per arrivare fino ai nostri giorni. La ragione, io credo, sta nella grande fede e devozione delle popolazioni di questi luoghi, che hanno fatto in modo di preservarlo dagli avvenimenti disastrosi accaduti dalla metà del '900.

Santuario della Beata Vergine del Poggetto, S. Egidio (FE)Alla fine della seconda guerra mondiale, infatti, dopo i restauri eseguiti dalla ditta Edil Labor di Stagni, Borsetti ed Alberti di S. Egidio, la chiesa fu riaperta al culto. Nel 2011 vi fu un altro considerevole restauro con consolidamento al tetto, alle guglie ed al timpano della facciata. Il santuario fu riaperto al culto il 23 marzo del 2012, proprio a due giorni dalla festa dell'Annunciazione. I gravi eventi sismici del maggio 2012 non hanno provocato danni alla struttura. Il Santuario del Poggetto è stata l'unica chiesa della zona non danneggiata dal sisma e regolarmente aperta al culto. In questo i pellegrini hanno interpretato un ulteriore segno di protezione della Beata Vergine del Poggetto.

 

Mi siedo su una panchina all'ombra della grande magnolia e mi vengono in mente le parole che il nostro amato Papa Francesco pronunciò il 5 maggio 2013: “La pietà popolare è una strada che porta all’essenziale se è vissuta nella Chiesa in profonda comunione con i vostri Pastori. [...] Quando voi andate ai santuari, quando portate la famiglia, i vostri figli, voi state facendo proprio un’azione di evangelizzazione. Bisogna andare avanti così! Siate anche voi veri evangelizzatori! Le vostre iniziative siano dei 'ponti', delle vie per portare a Cristo, per camminare con Lui.

E' stato probabilmente il primo Papa che ha riconosciuto nelle tradizioni religiose del popolo un grande potere di diffusione della fede.

 

Mentre mi allontano dal Santuario del Poggetto, mi rendo conto che questo luogo è carico del significato che le genti, nel corso dei secoli, gli hanno conferito per devozione, per speranza e per senso di appartenenza. E se un luogo ti dà risposte prima ancora che tu abbia fatto domande, allora sei nel posto giusto.

 

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