A volte si dice: "Cambia la posizione, cambia la fortuna". Ed in parte questa frase si adatta alla storia del Woodpecker, una delle più famose discoteche di Milano Marittima fino agli anni '70.

Era il 1952 quando la famiglia De Maria, sulla spinta della ripresa economica del secondo dopoguerra, decise di creare un locale notturno sulla Terza Traversa della località balneare, affidandone la gestione all'allora ventiduenne Gherardo De Maria.


Woodpecker Milano MarittimaIl locale, che puntava tutto sul personale altamente qualificato ed orchestre di prestigio, si dimostrò in poco tempo in grado di competere con quelli già esistenti da tempo sulla riviera, come il Savioli e il Pineta. I costi di ingresso erano tra i più alti dell'epoca (20.000 lire) e non a caso il night club divenne ben presto un locale destinato ad un pubblico d'élite.

Nel giro di un decennio, però, Milano Marittima crebbe sensibilmente. Gli alberghi e le abitazioni risentivano del rumore proveniente dal locale ed il proprietario si vide costretto a trasferire il suo prestigiosissimo club altrove.
Woodpecker panoramicaFu una decisione d'affari che, per molti aspetti, consacrò il locale alla storia. De Maria ottenne la concessione per la costruzione del nuovo Woodpecker nell'immediato entroterra di Milano Marittima, su un terreno caratterizzato da alcuni laghetti che aveva notato per caso passando in auto sull'Adriatica.
Fu grazie all'architetto Filippo Monti che riuscì a realizzare il locale dei suoi sogni. Partì tutto come per gioco e Monti disse: "Facciamo un cerchio, facciamo affiorare l’acqua e ci mettiamo i coccodrilli”. Ma l'unico scherzo nel progetto erano i coccodrilli. Tutto il resto era reale.
Il nuovo Woodpecker era un anello con all’interno una piattaforma rivestita in marmo giallo di Siena, ritagliata dalle forme circolari di laghetti comunicanti tra loro al di sotto di essa. Al di sopra, invece, l’ultimo grande cerchio: la cupola che ospitava la pista da ballo.
Woodpecker cupolaQualcuno ipotizzò che per la sua progettazione Monti si fosse ispirato a quella realizzata dal Brunelleschi a Firenze, oggetto di studio durante il periodo accademico. Ma a quanto sembra l'architetto voleva unicamente creare un "occhio di cielo", come l'effetto delle saline, tale per cui quanti avessero risalito l'argine per accedere al locale, avrebbero visto riflesso l'azzurro del cielo nell'acqua, in contrasto con il marmo giallo di Siena.

I lavori di costruzione durarono due anni. La cupola, realizzata in vetroresina, venne innalzata dai Fabbri Ferrai di Forlì e, contrariamente alle previsioni, fu collaudata ben prima del termine dei lavori: Filippo Monti stesso raccontò di come trasportarono le enormi falci realizzate da una ditta di barche da corsa che dovevano reggere il rivestimento in vetroresina. Dovevano montare tutto in un giorno, ma nel bel mezzo dei lavori arrivò un tremendo temporale che li costrinse ad abbandonare il cantiere e la cupola a metà. Il vento infuriò tutta la notte e c'era il timore di ritrovare la "mezza cupola" in mezzo al mare. E invece il giorno dopo la ritrovarono lì, ancorata a terra come quando l'avevano lasciata. I lavori di innalzamento terminarono il giorno stesso, in tempi che oggi, per varie ragioni, sarebbero impensabili.

Woodpecker foto d'epocaLa nuova sede aprì al pubblico nel giugno del 1968 e quest’opera di grande valore architettonico, moderna ed elegante, fu subito molto apprezzata dalla clientela. Il Woodpecker era tornato in cima alla classifica delle discoteche più rinomate della zona e sembrava che niente potesse fermare questo andamento.
Ma in una notte del 1970 il Woodpecker prese fuoco a causa di un cortocircuito scaturito dai bagni, che devastò la struttura lasciando in piedi soltanto la cupola.

Fu l'inizio della fine: venne presentata una proposta di ripristino con modifiche al progetto che fu però rifiutata poiché non ritenuta conforme al piano regolatore, determinando quindi la remissione della concessione dal Comune e l’abbandono al degrado della struttura.

Woodpecker abbandonataEppure la storia del Woodpecker continuò, in modo del tutto impensato e fuori delle regole. Nonostante la vegetazione cominciasse ad avvolgere tutto ciò che poteva nella "cattedrale del divertimento" più affascinante della riviera, la suggestiva e resistente cupola e la pavimentazione ancora ben conservata continuarono ad attirare curiosi, fotografi, artisti ed organizzatori di rave.

Nemmeno lo street artist Blu, considerato uno dei migliori writers al mondo, è riuscito a resistere al suo fascino ed ha realizzato su di essa uno splendido girotondo di esseri bionici, in bilico tra la forma umana e quella animale. Un intervento artistico apprezzato anche dallo stesso Filippo Monti.

Nel giugno del 2015, dopo 45 anni dalla sua chiusura, il Modulo Fest riunì tutti insieme sotto la cupola del Woodpecker artisti, musicisti, amatori, vecchi clienti per riportare alla memoria collettiva questo luogo.
Come se aspettasse solo quel momento di rinascita, qualche mese dopo, nel dicembre 2015, a 87 anni, si spense l'architetto Filippo Monti.

“Il futuro del Woodpecker lo vedrei libero dalla corrosione della natura" aveva detto in un'intervista in occasione del Modulo Fest "Lo immagino come un centro di aggregazione, magari legato alla poesia, a letture della Divina Commedia tradotta in dialetto o della Bibbia. Sarebbe bello aprirlo alle arti, al cinema, ma con una simultaneità di schermi e di eventi, con la gente che si muove nel mezzo”.

 

Woodpecker foto d'epocaNon sarebbe andata in modo diverso da come il padre del Woodpecker immaginava, ma avrebbe dovuto passare ancora qualche anno: nell'aprile del 2018 la Balsera Costruzioni di San Pietro in Trento si è aggiudicata il bando per la riqualificazione e rigenerazione del Woodpecker.
Il progetto, che come garanzia di continuità con il passato sarà curato
dal figlio di Filippo Monti, prevede di trasformare il Woodpecker in un polo multifunzionale aperto tutto l'anno dedicato ad eventi culturali e artistici e vedrà la luce nel maggio 2020.


Raccogliamo gli zaini lasciati sul pavimento. Siamo stati a lungo sotto la grande cupola ad ammirarne i giochi di luce ed i riflessi, sotto l'occhio vigile dei personaggi disegnati da Blu.
Per il momento, l'unico artista attorno a noi è il vento, che danzando tra le sue aperture, porta fino a noi i suoni della pineta e di un'estate ormai finita.

Ma siamo lieti, per la prima volta dopo tanto tempo, di lasciare il Woodpecker nelle mani del futuro che verrà. Un avvenire che, a quanto sembra, garantirà a questo luogo ancora molte stagioni indimenticabili.

 

Link utili alla scrittura dell'articolo:

Woodpecker - Milano Marittima sul blog di Cervia e Milano Marittima

Il Woodpecker di Cervia, il club fantasma nei sobborghi di Milano Marittima – su dailybest.it

Discoteca Woodpecker – su Spazi Indecisi

Milano Marittima, "prove tecniche" per una seconda vita del Woodpecker – su Cervia 24 Ore – 22 giugno 2015.

Woodpecker, la storica discoteca di Milano Marittima presto rivedrà la luce – su Ravenna Today – 26 aprile 2017

Milano Marittima, la Balsera costruzioni si aggiudica il bando per il Woodpecker – Il Resto del Carlino, Ravenna  - 12 aprile 2018

Woodpecker a Milano Marittima: addio a Filippo Monti che creò un "occhio di cielo" nella pineta – su huffingtonpost.it

 

Le immagini del nostro sopralluogo sono disponibili nell'album "Urbex - Discoteca Woodpecker"
Si ringrazia Marco Pancotti per aver cortesemente fornito le foto moderne utilizzate in questo articolo.

 

Genziana Ricci
Sono Genziana Ricci, una blogger curiosa e da sempre appassionata di storia, cultura e arte. Ho creato questo blog per condividere con i lettori piccole e grandi storie del territorio di pianura bolognese, ferrarese e modenese. Credo profondamente nel valore del confronto e della divulgazione di conoscenze legate alla nostra storia, alle tradizioni e alla cultura del territorio, perché sono parte della nostra identità e possono offrire alle nuove generazioni insegnamento e arricchimento. Del resto, la storia ha bisogno di camminare sempre su nuove gambe.

 

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