Villa La Romantica: lo squarcio nel velo
C'è un sentiero nella fitta vegetazione: bisogna seguirlo per non perdersi. Villa La Romantica è davanti a noi, ma non riusciamo ancora a vederla, malgrado dalle mappe sappiamo che si trova lì. All'improvviso, ecco una scalinata coperta di terra. La villa ci accoglie così al suo interno, non in modo trionfale e scintillante, ma piuttosto come dei moderni Indiana Jones alla ricerca di tesori nascosti.
Villa La Romantica, in effetti, è davvero un gioiello dimenticato nel bel mezzo della natura più selvaggia. Non è una sorpresa trovare una così bella villa nel territorio di Budrio, poiché in questa zona, in seguito alle bonifiche, ne sorsero molte altre. Ma a differenza di queste ultime, La Romantica ha avuto un destino molto crudele.
Sorse nel XVI secolo per volere della famiglia senatoria bolognese dei Berò su un grande fondo che prese il loro nome, adibito ad attività agricole. La proprietà, comprensiva di tutti i terreni circostanti, passò nel 1700 ai Savini, che divennero famosi per la promozione, in tutto il territorio budriese, della coltivazione e del commercio di canapa.
Nel periodo della dominazione francese, fu il Generale Giuseppe Grabinski ad acquisire la proprietà ed a rivenderla poi a Luigi Cocchi intorno al 1830. I Cocchi continuarono l'attività dei Savini nell'azienda canapicola, che rappresenterà per loro una grande fonte di guadagno, e si adoperarono in diverse opere di ristrutturazione ed ampliamento della proprietà.
Dobbiamo a questa famiglia, infatti, il periodo di massimo splendore ed efficienza dell'edificio, che era attorniato da un bellissimo parco, un laghetto, una serra, una ghiacciaia, una palazzina adibita all'essicazione della seta, e poteva inoltre annoverare un telefono, illuminazione elettrica ed altre attrezzature davvero all'avanguardia per il periodo.
Completavano l'opera di rinnovamento interno la realizzazione di splendidi bassorilievi tuttora visibili e l'aggiunta di alcune appendici, che formano terrazzi ed un portico.
Nel 1928 si apre un nuovo capitolo per la storia della villa, degna prosecuzione comunque di quell'aspetto poetico che i Cocchi le avevano donato. La proprietà viene acquisita da Bianca Zucchelli. Quando arrivò a Budrio, Bianca era già vedova e desiderava condurre qui una vita tranquilla. Si innamorò subito della villa, che decise di rinominare "La Romantica" proprio perché le ricordava quel gusto estetico ottocentesco a lei tanto caro e ormai scomparso dallo scenario contemporaneo. Non era insolito vederla infatti passeggiare per il centro di Budrio vestita di abiti lunghi, spesso di seta e arricchiti da pizzi molto eleganti.
In poco tempo, i budriesi trasferirono alla Zucchelli l'appellativo che lei aveva assegnato alla sua villa, nella quale organizzava spesso feste e raffinati ricevimenti.
Bianca proveniva da una famiglia di cantanti lirici, lei stessa si era esibita in numerose occasioni nei teatri italiani conseguendo ottimi risultati.
Fu probabilmente per questa sua passione per le arti, che decise di donare la dimora alla “Casa per artisti ed operatori dello spettacolo” di Bologna dopo la sua morte, nel 1943.
Ma gli artisti non poterono certo godere del lascito, perché i bombardamenti del 1944 e 1945 pregiudicarono l'agibilità della villa, che sarà poi acquisita dalla Fondazione Zucchelli, nata con i lasciti di Bianca e Santina Zucchelli per offrire il sostegno economico all’istituzione di borse di studio per allievi dell’Accademia di Belle Arti e del Conservatorio di Musica “G.B. Martini”.
E poi? E poi le luci della villa, un tempo sempre accese, si spensero. L'ombra pesante del declino cominciò ad avvolgerla e la curata vegetazione, che dapprima caratterizzava i bei giardini circostanti, cominciò a insinuarsi ovunque, avvolgendo la costruzione.
La villa venne gradualmente spogliata degli arredi e dei suoi decori, come una elegante signora che all'improvviso si ritrova senza abiti ed ornamenti.
Oggi non esistono più né il soffitto né i lucidi pavimenti veneziani che un tempo la impreziosivano. Ciò che rimane è solo quanto il tempo e gli intrusi non sono riusciti a distruggere o a portare via, compresa la leggenda di un antico tesoro che, a quanto si dice, sarebbe nascosto nei sotterranei della villa.
Nel 1997 si pensò ad un progetto, tutt'oggi ancora valido, per la costruzione di centri abitativi di pregio sul terreno dove sorge "La Romantica", che avrebbe potuto coinvolgere, a quanto sembra, sia la villa che la via sulla quale si affaccia. Ma la crisi del mercato immobiliare ha fermato tutto.
Villa Romantica rimane dunque com'è, nascosta e dimenticata, a finire i suoi giorni tra i fantasmi di un'epoca ormai perduta.
Sembra incredibile vedendola così oggi, ma questo luogo un tempo racchiudeva una favola, che poi l'incuria e l'abbandono hanno trasformato in una storia nostalgica.
Ce ne allontaniamo percorrendo a ritroso il sentiero che ci ha portato qui. Abbiamo l'impressione che se ci attardiamo ulteriormente sulla via del ritorno, il fitto groviglio naturale cresciuto attorno alla costruzione possa divenire una prigione anche per noi.
Ma mentre qualcuno di noi già indugia, come stregato, nel guardarsi indietro, il velo squarciato attorno alla villa si abbassa e veniamo lasciati andare, riemergendo nella nostra epoca appena in tempo, mentre già sta facendo sera.
Link utili alla scittura dell'articolo:
- "Villa Romantica e la sua storia" – su budrionext.it (comprensivo di diverse immagini d'epoca che ci hanno aiutato a comprendere l'antico aspetto della villa e dei suoi abitanti)
- "Il volto dietro la villa. Chi è "La Romantica" di Budrio" – su budrionext.it
- "Tra luce e mistero. Due passi a Villa Romantica" di Marilisa Mainardi
- "Budrio: all'interno di Villa Romantica, il rudere con la storia del territorio" – su bolognatoday.it
Le foto del nostro sopralluogo, sono contenute nell'album: "Urbex - Villa La Romantica"