Osteriola di Lovoleto: una borgata dimenticata

Impossibile non notare l'antico borgo di Osteriola percorrendo la strada che unisce Lovoleto a Castel Maggiore. E' un agglomerato di edifici che ancora oggi conserva un fascino particolare.

Osteriola di Lovoleto, il borgo abbandonatoCome tutte le borgate storiche, un tempo era autosufficiente ed in grado di soddisfare anche le necessità di viandanti e visitatori occasionali. Si ipotizza infatti che il toponimo abbia origine da una locanda che anticamente ospitava i viaggiatori che percorrevano il tragitto tra Bologna e Ferrara.

Osteriola è documentata già nel 1613, ma le notizie più importanti su questo borgo si hanno dal 1800 circa, quando appunto l'apertura della strada per Ferrara favorì il sorgere in questo luogo di edifici adibiti a commerci ed attività artigianali.

Osteriola di Lovoleto, l'ampio porticoLa borgata è costituita principalmente da tre imponenti costruzioni: a sud la casa padronale, identificabile dall'elegante scalinata di accesso, il balconcino al primo piano, il giardino e la torretta circostanti; al centro, un vecchio edificio bracciantile, dove un tempo si aprivano le botteghe artigiane; verso nord un altro fabbricato dello stesso tipo, il cui piano terreno, sede dell'antica locanda, è stato adibito fino all'inizio degli anni '90 a ristorante.

Caseggiati di Osteriola di LovoletoNelle adiacenze, troviamo una struttura simbolo della fervente attività commerciale che un tempo qui si svolgeva: si tratta di un ampio porticato, progettualmente incompiuto ma tuttavia caratteristico e monumentale, che delimita una corte semichiusa, al centro della quale si trova un pozzo di recente costruzione che ha sostituito una vecchia fontana.
Alle pareti sono ancora appese anelle che servivano a legare cavalli e buoi, giacché il portico era studiato per dare loro ricovero, ma probabilmente anche per esporli in occasione di fiere del bestiame o altri eventi a carattere commerciale.

Case abbandonate a Osteriola di LovoletoStranamente, non v'è traccia alcuna, almeno esternamente, di oratori adibiti alla celebrazione delle funzioni religiose, ma non è da escludere che un tempo all'interno del palazzo padronale vi fosse una cappella privata, come in costruzioni simili presenti in altre borgate. Fino al dopoguerra, questo luogo era dunque un punto di incontro per gli abitanti delle campagne circostanti, poiché qui si trovavano botteghe e servizi: oltre alla già menzionata locanda, c'erano il fabbro, il calzolaio, il mugnaio, il macellaio, il falegname ed il barbiere.

Case abbandonate a Osteriola di LovoletoMa la borgata era anche luogo di svago e divertimento: vi sono diverse testimonianze di persone che vi si recavano per ascoltare "i musicisti che suonavano nella sala da ballo dell'Osteriola" o per "andare a ballare all'Osteriola", ma "alle 8 di sera puntuali, perché a mezzanotte l'orchestra smetteva di suonare". Non vi sono documenti significativi che illustrino come e per quale ragione la borgata si sia svuotata, ma è possibile ipotizzare che lo spostamento di interessi economici altrove abbia contribuito in modo determinante. Sono evidenti alcuni tentativi di riqualificazione sia a scopo abitativo che commerciale, dati gli infissi ed alcuni arredi di recente fattura.

Libri ed oggetti abbandonati nella borgataTuttavia, a Osteriola, il tempo sembra essersi fermato a "strati": dapprima le abitazioni, con il vecchio mobilio anni '70, le agende e gli appunti datati 1982/83. Poi le botteghe e le attività commerciali al piano terra, con le bottiglie impolverate in cantina ed un vecchio calendario fermo al giugno del 1991. L'area è inesorabilmente silenziosa e desolata, uno scenario decisamente in contrasto con l'immagine di vitalità che i documenti storici ci hanno trasmesso. Con questo aspetto, è difficile ipotizzare che vi siano progetti che ne prevedano una riqualificazione. Per ora ci allontaniamo nel rumore prodotto dall'autolavaggio che è sorto a ridosso della strada, coprendo in parte l'autorevolezza di questi vecchi edifici.
Come in altri casi, portiamo con noi alcune immagini, cercando di ricostruire e raccontare quello che è stato e sperando che a questo luogo sia concessa un'altra possibilità di rivivere.

 

Documenti e materiali utili alla scrittura dell'articolo:

- "Immediati dintorni – Guida ad un territorio di pianura" (1989) – sez. Granarolo dell'Emilia

- "I Quaderni della Biblioteca n. II – Comune di Granarolo dell'Emilia" – A cura di Associazione Campus Adriani (pg. 30-31-45)

- Le immagini a corredo di questo articolo sono state gentilmente fornite da Marco Pancotti

- Le immagini scattate durante il sopralluogo in loco presenti nell'album "Urbex – Osteriola di Lovoleto"

 

 

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