Arrivata all'ultimo piano della casa, mi sporgo un poco dalla balconata e guardo giù. Il vortice di opere d'arte che decorano le pareti della maestosa scala elicoidale guida lo sguardo verso la "conversation pool", il cuore pulsante della casa. Qui, un grande divano semicircolare di pelliccia nera invita al dialogo e alla discussione, integrandosi perfettamente con le sculture cinetiche di Carmelo Cappello e gli alberi in metacrilicato di Gino Marotta. Da questa prospettiva, l’intero progetto della Casa Museo Remo Brindisi a Lido di Spina acquista un significato del tutto particolare. 

 

Casa Museo remo Brindisi, Lido di SpinaSe è vero che per capire qualcosa a fondo bisogna osservarlo da un altro punto di vista, nel tempo e nello spazio, allora dobbiamo anche proiettarci negli anni '70, nella Milano mondana, ricca di influenze artistiche, politiche e sociali, dove Remo Brindisi vive e lavora da molti anni.
E' qui che in Brindisi matura l'idea, all'epoca molto incompresa, di creare uno spazio artistico che fosse al contempo abitabile. Non un museo o una casa di collezionista diventata museo, ma un luogo pensato sin dall'inizio come uno spazio in cui l'opera d'arte diventa elemento fondamentale dell'esistenza, al pari della struttura architettonica, degli arredi e degli oggetti di uso quotidiano.

 

Nanda Vigo, architettoSarà l'architetto Nanda Vigo a dare forma concreta al "Museo Alternativo" di Remo Brindisi tra il 1967 e il 1973. Non a Milano, però, dove per altro la sua amicizia con il "figurativo" Brindisi è poco compresa ed accettata, ma a Lido di Spina.

Nella Casa Museo di Remo BrindisiMentre gioco con il mio riflesso in uno degli innumerevoli specchi della casa, mi domando "Come mai proprio ai Lidi ferraresi?".
Brindisi decide prima di tutto con il cuore, in occasione di un soggiorno in queste terre ancora così incontaminate e ricche di suggestione, e poi con senso pratico, dal momento che la nuova urbanizzazione offriva terreni a costi molto inferiori dell'affollata Milano.

 

Tavernetta della Casa Museo Remo Brindisi a Lido di SpinaLa Vigo, non nuova a progetti simili, interpreta lo spazio in cui Brindisi trascorrerà le vacanze estive con la famiglia, integrando le migliaia di opere d'arte contemporanea e moderna collezionate dall'artista nel corso di 25 anni in un contesto aperto e conviviale, fatto di luci artificiali e naturali, dure superfici bianche o riflettenti, riuscendo a mantenere un equilibrio con la dimensione domestica e familiare della casa.

La tavernetta è degna espressione di questa integrazione delle arti in un contesto pratico come una cucina ed un bar, dove l'artista ama anche intrattenersi con gli amici per giocare a carte o per lunghe discussioni che, forse, andavano avanti fino alle ore piccole.

 

Collezione di giocattoli meccanici di Remo Brindisi"Che posto incredibile" penso mentre saltello seduta sul nero divanone peloso al centro della casa. Poi, però, mi fermo e rifletto: "Ma non sarebbe difficile vivere circondati da una collezione d'arte così imponente?".

 

In realtà, è il contrario. Basta osservare la vasta collezione di giocattoli meccanici, frutto di una curiosa e affettuosa predilezione personale dell’artista, o notare i mobili semplici della sua camera da letto, o ancora gli strumenti di lavoro conservati nel suo studio - come i vecchi pennelli consumati con cui ha dato vita a molte delle opere esposte nella casa - per comprendere il suo rapporto profondo, intimo e quotidiano con l’arte.
Camera da letto di Remo Brindisi nella casa di Lido di SpinaNon si tratta solo di oggetti, ma di tracce vive di un'esistenza in cui vita e arte si intrecciano, alimentandosi a vicenda. L’artista abita l’arte e al tempo stesso fa dell’abitare un gesto artistico. La casa non è solo un contenitore delle sue creazioni e di quelle di centinaia di artisti: è essa stessa un’opera d’arte, testimonianza tangibile della grande visione di un uomo semplice e autentico al tempo stesso.

In questo senso, il progetto dell’esistenzialista Brindisi si rivela essere il riflesso di una sensibilità profonda verso la condizione umana e le sue dinamiche sociali, che trova nella convivenza con l’arte, nel dibattito, nel confronto e nella fruizione condivisa, un potente strumento di crescita e rigenerazione personale.

Studio dell'artista Remo Brindisi nella casa di Lido di SpinaL’ambiente invita il visitatore a esplorare, interagire, vivere da protagonista un’esperienza immersiva, dove ogni angolo racconta qualcosa, ogni oggetto è memoria, e ogni spazio diventa occasione di incontro tra l’opera e la vita.

"Eh, già. Tu ne sai qualcosa del vivere da protagonista" rifletto con un sorriso mentre osservo una foto di Wim Wenders con la moglie Donata scattata nella casa in occasione di un ricevimento durante la lavorazione del film "Al di là delle nuvole" nel 1974.

Ma questo grande regista non è certo l’unico a poter raccontare dell'energia unica che permea la casa, ospite nel corso degli anni di personaggi di spicco ed eventi significativi, ma anche di persone comuni, attratte dai numerosi appuntamenti culturali organizzati regolarmente.

Wim Wenders nella Casa Museo Remo Brindisi nel 1974Tra questi, la rassegna cinematografica estiva Cinema sul Mare, ospitata nel giardino, popolato da alberi e sculture, una manifestazione con proiezioni gratuite di film all'aperto, che creano un’atmosfera suggestiva dove arte, natura e cinema si fondono armoniosamente.

Brindisi muore nel 1996, proprio qui, nella sua casa di Lido di Spina, circondato da ciò che più ama: i colori e le forme del secolo in cui ha vissuto, le dune di sabbia e il rumore del mare che il vento porta fin dentro la casa.

Casa Museo Remo Brindisi, Lido di SpinaDopo la sua morte, la casa e la collezione vengono acquisite dal Comune di Comacchio, come previsto dalla sua volontà testamentaria, sostenuta e appoggiata generosamente anche dagli eredi dell’artista.

 

Sulla riva del mare, osservo gli ultimi villeggianti della stagione godersi il sole di fine estate. Le loro voci mi arrivano lontane e indistinte, come la sabbia che lascio scivolare distrattamente tra le dita. E' proprio vero che tutto scorre...

 

Remo Brindisi, pittore"E' un bel modo per congedarsi da questo mondo" mi dico "Sapere che ciò che per te ha tanto valore e che lascia un grande segno, è in buone mani, può continuare a vivere e non sarà dimenticato".

 

Mi allontano a passo lento dal mare che continua a scorrere. Lascio dietro di me orme sulla sabbia, segni di un passaggio immutabile, come la memoria di un momento che non svanisce nonostante la marea della sera.

 

 

Bibliografia, documenti, link ed altri materiali utili alla scrittura dell'articolo:

 

 

Genziana Ricci
Sono Genziana Ricci, una blogger curiosa e da sempre appassionata di storia, cultura e arte. Ho creato questo blog per condividere con i lettori piccole e grandi storie del territorio di pianura bolognese, ferrarese e modenese. Credo profondamente nel valore del confronto e della divulgazione di conoscenze legate alla nostra storia, alle tradizioni e alla cultura del territorio, perché sono parte della nostra identità e possono offrire alle nuove generazioni insegnamento e arricchimento. Del resto, la storia ha bisogno di camminare sempre su nuove gambe.

 

Copyright e diritti d'autore

Sono l'autrice di tutti i contenuti presenti in questo blog, eccetto alcune immagini delle quali è citata la provenienza e/o l'autore.
Tutti i diritti sono riservati, è vietata la riproduzione e l'utilizzo di testi e immagini presenti nel sito, salvo espressa autorizzazione da richiedersi attraverso il modulo Contatti.

Newsletter