Il 12 giugno 1859 rappresenta una data cruciale per Bologna: il Legato Pontificio abbandona la città in seguito agli esiti della Seconda Guerra d'Indipendenza. Il giorno successivo si forma una giunta provvisoria di governo e, nelle settimane seguenti, nasce una Lega Militare che unisce Parma, Modena, Firenze e le Legazioni Emiliano-Romagnole sotto il comando del generale Manfredo Fanti. Ma la liberazione porta con sé un nuovo pericolo: Bologna si trova a soli 45 chilometri dal Po, confine con il Regno Lombardo-Veneto ancora sotto il controllo austriaco. La città, priva di difese naturali o artificiali, diventa un obiettivo strategico vulnerabile.
Il generale Fanti comprende immediatamente la gravità della situazione. Bologna rappresenta un punto nevralgico, il passaggio obbligato tra nord e sud della penisola, ai piedi dell'Appennino. Un'eventuale invasione austriaca volta a distruggere il nascente Stato unitario troverebbe qui la porta d'ingresso ideale. Si pensa così ad un ambizioso sistema difensivo: tre piazzeforti – Piacenza, Bologna e Ancona – capaci di impedire per gli anni a venire ogni rischio di ritorno delle truppe imperiali. Luigi Carlo Farini, nominato Governatore delle Romagne, accoglie la proposta con entusiasmo. Il 12 febbraio 1860 viene presentato il progetto definitivo del Campo Trincerato di Bologna.
Il cantiere che si apre è straordinario per dimensioni e rapidità di esecuzione. Sono necessari circa 5.000 operai tra "terraioli e specializzati", reclutati in parte tra i disoccupati bolognesi ma soprattutto fatti arrivare da Piemonte, Liguria e Lombardia. L'impatto sociale è dirompente: Bologna, sonnolenta comunità di circa 65.000 abitanti, si trova improvvisamente invasa da migliaia di lavoratori e militari con abitudini e necessità completamente diverse. È una piccola rivoluzione nel tessuto urbano della città. I lavori, affidati all'impresa Riccio & Crosa, iniziano il primo marzo 1860 e si concludono in agosto, un tempo record per un'opera di tale portata.
Il Campo Trincerato si estende dalla Testa di Ponte di Casalecchio fino a San Ruffillo, per circa 12 chilometri di sviluppo totale nella pianura. La fortificazione segue i principi della "fortificazione moderna all'italiana", evoluzione dell'arte militare rinascimentale che aveva visto maestri come Michelangelo, Antonio da Sangallo e Francesco di Giorgio Martini elaborare sistemi sempre più sofisticati per resistere alle artiglierie. Diversamente dalle possenti strutture permanenti in muratura del passato, il Campo Trincerato bolognese adotta soluzioni più rapide ed economiche, trattandosi di un'opera di carattere provvisorio: terrapieni in terra battuta contenuti da palizzate di legno e gabbioni, rinforzati solo nei punti strategici con lamiere metalliche.
La struttura si articola su tre linee difensive concentriche nella pianura. La prima linea, la più esterna e avanzata, è costituita da nove forti staccati, posizionati a circa 1.500 metri dalle antiche mura medievali. Questi forti sono opere imponenti: terrapieni alti tra i tre e i tre metri e mezzo, con spessore di circa quattro-cinque metri, circondati da fossati inondabili. Ciascun forte può ospitare dai nove ai dodici pezzi d'artiglieria, cannoni da 120-160 millimetri in grado di colpire a distanze comprese tra i 500 e i 900 metri.
La loro disposizione è accuratamente studiata: da ovest a est troviamo il Forte di Villa Contri, San Felice e Ferrovia in corrispondenza della via Emilia, a guardia dell'ampio letto del Reno facilmente guadabile nei periodi di magra. Proseguendo verso nord si incontrano i forti Beverara, Galliera e San Donato, posti in corrispondenza delle strade principali provenienti dal Po. Sul fronte orientale sorgono il Forte San Vitale, Forte Strada Maggiore e Forte Beldiporto, a presidio rispettivamente delle direttrici per Ravenna, Forlì e Firenze.
La seconda linea è formata da diciassette lunette, posizionate arretrate di 300-500 metri rispetto ai forti. Le lunette prendono il nome dalla loro caratteristica forma a mezzaluna – alcune varianti assumono la sagoma di un asso di picche – e rappresentano fortificazioni di media grandezza, armate con quattro-otto bocche da fuoco. La loro funzione è duplice: fornire supporto ai forti avanzati e costituire una seconda linea di resistenza qualora la prima venisse superata. I nomi di molte di queste strutture sono rimasti impressi nella toponomastica cittadina: Lunetta Gamberini, Lunetta Mariotti, Lunetta Casaralta. Sul fronte occidentale, in corrispondenza del Forte di Villa Contri, si trovano le lunette Garagnani, Ghisello e Fornaci Basse. A nord, a sostegno del Forte Beverara, si collocano le lunette Mariotti e Bistega, mentre presso il Forte Galliera si ergono le lunette Spisni, Bersani e Casaralta. Sul fronte orientale, le lunette Gozzadini e Pizzardi affiancano il Forte San Vitale.
La terza e ultima linea è costituita da un trinceramento continuo che si sviluppa per circa 16 chilometri, distante circa un chilometro dalle mura cittadine. Si tratta di uno spalto ininterrotto in terra battuta alto tre-tre metri e mezzo, con spessore di circa quattro metri, preceduto da un piano di campagna raso per 300 metri verso l'esterno. Questa cortina continua si fonde in molti tratti con la seconda linea delle lunette, creando un sistema difensivo integrato. Il tracciato presenta un andamento poligonale irregolare a denti di sega, soluzione tipica della fortificazione bastionata che permette il tiro incrociato e l'eliminazione degli angoli morti. Sul tratto settentrionale sono scavati fossati continui, pronti per essere allagati in caso di necessità.
La zona collinare richiede un approccio diverso. Qui le fortificazioni non formano una linea continua ma consistono in opere isolate collocate sui rilievi ritenuti più idonei dal punto di vista tattico. Il sistema collinare si articola in tre gruppi. Il gruppo occidentale, detto anche di San Luca, comprende ben undici strutture tra cui il Forte Mezzacavallo, Cipressone, Mandorli e il Forte Superiore, con la batteria di Monte San Luca che domina la valle. Il gruppo centrale o di Paderno include il Forte Paderno, il più arretrato sul fronte sud, e prosegue con i forti Predone, Monte Albano, Ronzano, Serra, Ratta, San Vittore, Barbiano. Il gruppo orientale chiude il sistema con il Forte Iole, Bandiera, Griffone, Monte Donato e Camaldoli. Questi presidi collinari sorvegliano gli accessi dalle valli del Reno e del Savena, controllando dall'alto le possibili direttrici di penetrazione nemica.
Un elemento di particolare importanza è la Testa di Ponte di Casalecchio di Reno, struttura cardine dell'intero sistema difensivo. Con una forma triangolare che si estende per 500 metri di base e 250 di altezza, può ospitare una guarnigione di circa mille uomini. Questa fortificazione protegge il ponte e la celebre Chiusa, impedendo al nemico di attraversare il fiume e aggirare le difese cittadine. Il suo perimetro bloccherà per vari anni la crescita della cittadina verso Ponente, oltre il Reno.
A completamento del sistema vengono realizzate diciotto batterie d'artiglieria posizionate strategicamente lungo tutto il perimetro: la batteria Passano e Canonica sulla strada Porrettana a difesa del Reno, la batteria Sassatelli per battere il canale Navile allora navigabile, le batterie Tabboni, Gozzadini e altre ancora. Vengono inoltre costruite numerose polveriere nei punti chiave: in Val di Reno, a Monte San Luca, in Val di Ravone, a Ronzano, a San Vittore, in Val d'Aposa e a Monte Donato. Nuove strade militari collegano i diversi gruppi di fortificazioni e viene completata una linea telegrafica per garantire le comunicazioni. Il Campo Trincerato è presidiato da 20.000-30.000 soldati e armato con circa 400 cannoni.
Il 18 marzo 1860 l'ex-legazione di Bologna viene annessa al Regno Sabaudo e l'anno successivo, con la proclamazione del Regno d'Italia, ne diventa ufficialmente parte. Il sistema difensivo raggiunge la massima efficienza quando la capitale viene trasferita da Torino a Firenze, rendendo ancora più strategica la posizione di Bologna. La presenza di questa imponente struttura militare contribuisce a fare della città il nodo ferroviario più importante d'Italia, preferito a Modena o Parma che pure godevano di posizioni geografiche favorevoli.
Fortunatamente il Campo Trincerato non viene mai messo alla prova in battaglia. Con la Terza Guerra d'Indipendenza e l'annessione del Veneto nel 1866, il confine con l'Austria si sposta alle Alpi e Bologna perde la sua funzione strategica. Nel 1875 la piazza viene declassata e nel 1889 il campo trincerato viene ufficialmente dismesso per fare posto al nuovo piano urbanistico della città. I precari trinceramenti diventano un ostacolo all'espansione edilizia di fine Ottocento. Nel 1904 i terreni, ormai in stato di avanzato degrado, passano al Comune che li gira al neocostituito IACP.
Alcune strutture conoscono destini particolari. Il Forte Galliera a Casaralta viene adibito tra il 1892 e il 1920 a stalla per bovini, macello e centro di produzione di scatolette di carne in conserva e brodo concentrato. La Lunetta Gamberini ospita la fabbricazione di fulminato di mercurio, il Forte Beldiporto quella di polvere nera, mentre il Forte di Villa Contri diventa polveriera e centro di caricamento proiettili fino al 20 settembre 1944, quando viene assalito da un commando partigiano e fatto esplodere. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il 24 settembre 1944, un bombardamento aereo americano centra la polveriera della Lunetta Gamberini causando un'esplosione tremenda che riduce l'area a un "paradossale crivello".
Con l'espansione urbanistica di Bologna iniziata alla fine dell'Ottocento si perde ogni traccia delle vecchie fortificazioni terragne. Eppure, come abbiamo visto, questo sistema difensivo, pur nella sua breve esistenza operativa, ha profondamente influenzato lo sviluppo e la toponomastica della città e del circondario.
Il Campo Trincerato di Bologna rappresenta un capitolo affascinante e poco conosciuto della storia cittadina, testimonianza di un momento cruciale in cui la città si trovò in prima linea nella difesa del nascente Stato italiano. Un'opera grandiosa che, seppur effimera, racconta di un'epoca di trasformazioni profonde e di una Bologna improvvisamente proiettata al centro della storia nazionale.
Fonti utilizzate:
- Il Campo trincerato di Bologna 1859 | 1889 – Storiaememoriadibologna.it
- Campo trincerato di Bologna – Wikipedia
- Il Campo Trincerato di Bologna e l'assalto partigiano alla polveriera di Villa Contri – Anpibologna.it
- Il Campo Trincerato di Bologna: storia e tracce fino ad oggi con la "Via dei Forti"- Bolognart.com
- Il campo trincerato di Bologna – Bibliotecasalaborsa.it
- Il campo trincerato di Bologna – Testa di ponte di Casalecchio – Fortificazioni.net
- Dai Giardini Lunetta Gamberini al Campo Trincerato di Bologna di Alessia Branchi – Jourdelo.it
- I bastioni difensivi – Il campo trincerato di Bologna (e non solo) di Renzo Bentivogli – La Bazza, Annata II, numero 009, settembre 2022 (pagg. 481/489)
- Salta in aria la polveriera della Lunetta Gamberini – 18 settembre 1944 – Bibliotecasalaborsa.it
- La Via dei Forti di Bologna - Video realizzato da BolognArt






