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Il Polittico Griffoni: da Bologna a Mirabello per conto di Pompeo Aldrovandi

Il Polittico Griffoni è una splendida pala d'altare dedicata a San Vincenzo Ferrer realizzata da Francesco del Cossa ed Ercole de' Roberti tra il 1470 ed il 1473. E' indubbiamente un'opera straordinaria, ma non si può negare che parte del suo fascino risieda nella sua lunga e travagliata storia.

 

Il Polittico Griffoni riunito a BolognaCiò che mi interessa approfondire in questo articolo è come e quando le parti di questa meravigliosa pala d'altare finirono collocate nel Palazzo Aldrovandi (oggi Sessa-Aldrovandi) di Mirabello, nel ferrarese, che ho avuto il piacere di visitare qualche tempo fa.

 

Cardinale Pompeo AldrovandiFu tutto "merito" di un solo uomo, il Cardinale Pompeo Aldrovandi, una delle figure più interessanti e controverse del territorio bolognese e ferrarese nel XVIII secolo.

L'Aldrovandi, uomo astuto ma soprattutto grande affabulatore, nel corso della sua vita riuscì ad accumulare una fortuna in terre, attività produttive, collezioni d'arte, essenzialmente seguendo uno schema ben preciso: si accollava i debiti del proprietario dei beni di suo interesse e quando quest'ultimo non riusciva più a restituire il prestito, egli subentrava nella proprietà del bene.

 

Polittico Griffoni - San FlorianoLa cosa accadde anche per il Polittico Griffoni. Esso venne commissionato nel 1470 da Floriano Griffoni, membro di una delle famiglie bolognesi più importanti del tempo, e posizionato sopra l'altare della cappella di famiglia nella Basilica di San Petronio (la sesta a sinistra).

Lì rimase per tre secoli finché nel 1725 il Cardinale Aldrovandi non subentrò nei beni della famiglia Griffoni ormai in declino, diventando di diritto il padrone della cappella, ma anche di altre proprietà, terreni e case, dentro e fuori Bologna.

 

Pompeo Aldrovandi era un figlio del suo tempo, vale a dire che considerava vecchie e fuori moda le opere del passato. In sintesi era quello che pensava anche della cappella dedicata a San Vincenzo Ferrer che aveva appena acquisito. Quindi, la svuotò di tutti i suoi arredi, compreso il polittico, favorendo l'esecuzione di nuovi lavori ed opere affidati al quadraturista Stefano Orlandi ed al collega figurista Vittorio Maria Bigari.


Missiva di Baraldi ad Aldrovandi - 21 novembre 1725Già da queste premesse è chiaro il destino al quale andò incontro il Polittico Griffoni, che comunque emerge da una missiva scambiata il 21 novembre 1725 tra Giuseppe Baraldi e l'Aldrovandi: la grande pala d'altare, che secondo il Baraldi "non potria servire in nisuna forma", venne smembrata e suddivisa in tanti dipinti opportunamente recuperati nella superficie pittorica, che versava in pessime condizioni, e racchiusi in nuove cornici lisce e dorate "per poterli ponere in qual si volia galaria".
A quanto si può capire, l'Aldrovandi ne scelse almeno tredici: i cinque elementi del corpo principale, il tondo con la Crocifissione, i due con l'Annunciazione della cimasa, la predella e quattro delle quattordici formelle con santi che decoravano i fianchi dell'altare.

Quanto alla cornice in legno che raccordava le porzioni figurate, realizzata da Agostino de' Marchi da Crema, uno dei più abili artisti del legno del tempo, essa dovette essere maneggiata senza alcun riguardo, perché il Baraldi scrisse che "il restante dell'antichità del ornato, che era dorato, dirò che quello è andato in pezzi e può essere da brugiare". Un capolavoro d'arte lignea certamente memorabile finito in legna da ardere.

 

Come e quando le tavole arrivarono nel Palazzo Aldrovandi di Mirabello praticamente indisturbate?

Innanzitutto, l'Aldrovandi approfittò dell'ormai perduta fama dell'opera nella guidistica locale e dell'assenza di interesse per chi l'aveva eseguita, che per le sue idee non era un "antico" artista bolognese. Questo gli permise di confinare almeno tredici di quelle pitture nella sua residenza di campagna.
Le cornici furono consegnate però solo nel maggio del 1726, quando Giuseppe Cesare Mazzoni aveva concluso il restauro delle tavole. E' ipotizzabile dunque, da altre corrispondenze e documenti, che le tavole siano state trasferite a Mirabello tra il 1726 ed il 1727, insieme ad altre opere.
Quanto al trasporto, è risaputo che l'Aldrovanti prediligeva quello su acqua, quindi è possibile che i pezzi dell'opera siano transitati sul Canale Navile fino a Malalbergo per poi arrivare a Mirabello.

 

Palazzo Aldrovandi-Sessa di Mirabello (FE)A Mirabello, Pompeo Aldrovandi aveva acquisito nel 1723 un'impresa agricola composta da 1500 tornature, dando vita, con le sue notevoli capacità imprenditoriali e con le vicine imprese di Raveda e San Venanzio, ad un vasto patrimonio immobiliare che seppe valorizzare attraverso operazioni di bonifica idraulica.


I pannelli del Polittico Griffoni sono registrati negli inventari del Palazzo Aldrovandi di Mirabello sia nel 1752, alla morte del cardinale, che nel 1764, quattro anni dopo la morte del suo erede, il Senatore Riniero Aldrovandi Marescotti.
La stima dei prezzi è alquanto depressa: la predella è valutata lire dieci, i santi Pietro e Giovanni Battista lire cinque ciascuno, il San Vincenzo Ferrer lire sei. Altro mobilio presente all'interno del palazzo viene valutato almeno venti lire, come tre delle tavole del polittico.

Inutile dire che il confinamento dei pannelli di Francesco Del Cossa e di Ercole de' Roberti nella residenza di Mirabello è indizio di un consapevole declassamIl Polittico Griffoni in mostra a Bolognaento, ma è anche utile ricordare che al tempo era consuetudine rinnovare secondo il gusto corrente provvedendo alla sostituzione di opere rese antiquate dal passare del tempo ed al loro confinamento nel contado.

All'Aldrovandi erano comunque imputati lo smembramento e la scomparsa di altre pale d'altare ben più articolate del Polittico Griffoni.


La notizia dell'asportazione del polittico e del successivo trasferimento nella residenza di Mirabello appare nella guida di Bologna solo nel 1776.

E' possibile che i destini dei diversi frammenti dell'opera si fossero già separati finendo, per mezzo di donazioni o vendite da parte dei successori del cardinale, presso importanti collezioni private.

Diversi studiosi fin dall'800 si trovarono a seguirne le tracce, a ricostruirne il tortuoso percorso, ma anche a tentare di risalire alla paternità delle pitture e al loro ricongiungimento strutturale in un'unica e straordinaria opera.

 

Cappella Aldrovandi, Basilica di San Petronio (BO)Le sedici tavole del polittico fino ad oggi conosciute, conservate presso importanti musei e pinacoteche nazionali ed internazionali, sono state finalmente riunite dopo più di 500 anni nella città che le ha viste nascere, all'interno della mostra "Il Polittico Griffoni rinasce a Bologna – La riscoperta di un capolavoro" esposta a Palazzo Fava di Bologna.

 

Monumento funebre di Pompeo Aldrovandi, San Petronio, BolognaOggi la figura scultorea dell'Aldrovandi, a memoria della sua personalità eccentrica e della sua intraprendenza, "riposa" come un'odalisca tra i bronzi dorati e le decorazioni marmoree della cappella a lui intitolata nella Basilica di San Petronio, uno dei migliori esempi di barocco bolognese.

 

Che ci piaccia o meno ammetterlo, il Cardinale Pompeo Aldrovandi ha dato vita ad un mito che ancora oggi è motivo di ricerca ed interesse per studiosi ed appassionati di arte ed a lui dobbiamo, in buona parte, la risonanza di questa grandiosa opera sin nelle nostre campagne. Un tassello della lunga storia del polittico che, in un modo o nell'altro, è giusto considerare.

 

Bibliografia, link, documenti ed altri materiali utili alla scrittura dell'articolo:

 

  • Il Polittico Griffoni è di nuovo riunito dopo 550 anni presso Palazzo Fava di Bologna fino al 10 gennaio 2021. Il mio consiglio è visitare la mostra per rendervi conto della bellezza di quest'opera.

  • "La riscoperta di un capolavoro. Il Polittico Griffoni rinasce a Bologna" – Catalogo della mostra a cura di Mauro Natale e Cecilia Cavalca – Silvana Editoriale, Milano (2020).

  • "Mirabello. Il territorio e l'uomo" - Ricerca storica e cartografica di Carlo Bione e Franco Rinaldi (1980) - Nuova edizione critica a cura di Rodolfo Soncini Sessa del Museo della Civiltà Contadina Rodolfo e Luigi Sessa (2014).
    Disponibile online o in formato pdf sul sito del Museo della Civiltà Contadina Rodolfo e Luigi Sessa.
  • "Il Polittico Griffoni: 550 anni di travagliata storia" – Articolo a cura di "Torri di Bologna" del 2 giugno 2020.

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