La Farnia, quercia signora della pianura bolognese
C'è un ragazzo che conosco che ogni mattina, quando esce da casa, guarda una bella Farnia che cresce isolata poco distante da casa sua. Per lui è rassicurante, mi ha confessato, un punto di riferimento importante.
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E questo può rappresentare un albero, soprattutto un genere di quercia che della nostra pianura bolognese in particolare è diventata il simbolo.
La Farnia, conosciuta anche come Quercus Robur, appartiene alla famiglia delle Fagaceae ed è il genere di quercia più diffuso in Europa. Presenta una chioma globosa ed irregolare, un fusto alto e diritto allargato alla base, con una corteccia che nell'esemplare adulto diventa scura e molto fessurata in placche. Può raggiungere un'altezza significativa, dai 25 ai 50 metri, ed è rinomata per la sua longevità (500/1000 anni). Le sue foglie decidue sono lobate, con bordi arrotondati ed i suoi frutti, le ghiande, ci consentono di riconoscerla al primo sguardo.
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La quercia, per la sua longevità , le incredibili proporzioni che può raggiungere e gli importanti usi del legno e dei frutti, è una costante presenza di tante antiche leggende e tradizioni popolari, di innumerevoli culti e rappresentazioni simboliche risalenti agli albori dell'umanità .
Si dice, ad esempio, che la quercia sia un albero sacro a Giove ed agli antichi druidi e che per questo la figura di un vescovo, come San Bonifacio, che battezza un uomo tenendo un piede posato sopra una quercia abbattuta sia simbolo della conversione dei pagani. Per la stessa ragione, in epoche remote, interi boschi di Quercia sono stati distrutti per cancellare i simboli impersonificati in questi alberi.
D'altro canto, nel Medioevo all'albero è legata anche l'immagine della Vergine Maria e in Italia sono numerose le leggende che riguardano questo tema, tanto che in ambito figurativo si è andata affermando l'immagine della "Madonna della quercia".
Questo albero, o più frequentemente la ghianda, viene inoltre utilizzato nell'emblema di Sisto IV e Giulio II, due pontefici appartenenti alla famiglia Della Rovere.
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Ma la Farnia è rinomata anche per l'utilizzo del suo legno per la costruzione di navi, strutture lignee, mobili di pregio, botti, per produrre carbone di qualità e come combustibile.
E' noto che i sottotetti degli edifici più importanti del nostro territorio sono stati costruiti con legno di quercia. L'esempio più rappresentativo a Bologna è quello della Basilica di San Petronio, conosciuta dai vecchi bolognesi come "il bosco segreto di San Petronio", perché tutte le meravigliose capriate lignee e travi che lo costituiscono sono state costruite con il legno di numerose farnie. Questa resistente struttura ha attraversato i secoli, arrivando fino ai nostri giorni praticamente intatta.
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Dicevamo che la Farnia è longeva. Ma a fronte di questa lunga vita, c'è una lenta crescita. Molti sono scoraggiati da questo fattore, tanto più che raramente la impiegano come pianta ornamentale. Questo approccio potrebbe essere controproducente per questa specie arborea che invece una volta cresciuta può restituire risultati estetici ed ambientali di notevole rilievo.
Mi viene in mente in proposito la scena del film "Marie Antoinette" di Sofia Coppola, nella quale la sovrana chiede al giardiniere di corte di ordinare piccole querce per il meraviglioso parco della Reggia di Versailles, in quanto per averne di adulte ci sarebbe voluto moltissimo tempo. Tutti sappiamo che non le avrebbe mai viste crescere, ma che la sua fu una scelta saggia: probabilmente quelle querce sono ancora lì e migliaia di turisti nei secoli hanno potuto ammirarle.
Tornando a casa nostra, possiamo dire che la Regione Emilia-Romagna può vantare una buona presenza di farnie monumentali, soprattutto nel modenese. Alcune hanno una circonferenza di tronco che arriva anche ai 4 metri. Si tratta principalmente di alberi isolati giacché, come già detto in precedenza, interi boschi di quercia sono stati tagliati o per motivi religiosi o per motivi produttivi. Io ne ho visti esemplari impressionanti a Sala Bolognese o nella campagna di Cento (FE).
Quanto alle altre regioni italiane, si dice che una delle Farnia più longeve d'Italia, con circa 600 anni di età , 21 metri di altezza e 7 metri di circonferenza del tronco, si trovi a Sterpo di Bertiolo (UD), nel parco di Villa Colloredo Venier.
Un altro esemplare che fa molto parlare di sé è la "Farnia delle Streghe" o "Quercia di Pinocchio", che si trova nel Parco di Villa Carrara a San Martino in Colle, una frazione di Capannori (LU). A questa Farnia sono legate due leggende: la prima narra che il grande albero fosse il luogo di ritrovo per le streghe, che tra i suoi rami eseguivano riti e danze. La seconda racconta di come questa farnia venga identificata come quella sotto la quale Pinocchio, diretto verso il Paese dei Balocchi, sotterrò i suoi zecchini su consiglio del Gatto e della Volpe.La quercia detiene il primato nazionale quanto ad estensione della chioma (39 metri lungo l’asse maggiore e 37 sul minore), ha un'età di 300 anni ed una circonferenza del tronco di 4,50 metri.
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Tra le avversità e malattie che questa specie deve affrontare vi sono l’attacco di alcuni insetti defogliatori, tra i quali il Tortrix viridana, Lymantria dispar, Euproctis chysorrhoea e Caliroa varipes, l’attacco di funghi come l’Oidio, che causa il raggrinzimento e la deformazione delle foglie. Un'altra malformazione davvero curiosa, per certi aspetti, è la galla o cecidio, un'escrescenza che si forma sulle foglie, sui rami, sul tronco e sulle radici dei vegetali dovuta alla parassitosi di funghi, batteri, insetti o acari. La particolarità delle galle è che hanno una loro utilità : vengono adoperate per produrre inchiostri definiti ferro-gallici. I tannini, di cui le galle sono ricchissime, vengono fatti reagire con del solfato ferroso. Il complesso di ferro prodotto si adopera come inchiostro ed è quindi utilizzato da secoli nelle concerie.
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Concludo questo articolo dicendo che la Farnia è un simbolo eterno. Ci sono esemplari che sono stati testimoni di innumerevoli vicende umane ed ambientali e che hanno resistito arrivando fino ai nostri giorni, divenendo un emblema di forza e virtù straordinarie.
Al loro cospetto possiamo sentirci confortati, proprio come nell'abbraccio rassicurante di un padre o di una madre.
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Bibliografia, link ed altri documenti utili alla scrittura dell'articolo:
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- "Riconoscere gli alberi" di Roger Phillips – De Agostini Editore – Farnia, Quercus Robur (pag. 187)
- "Il libro degli alberi" a cura di Giancarlo Malavasi (1992) – Farnia, Quercus Robur (pag. 28)
- "Dizionario dei soggetti e dei simboli nell'arte" di James Hall - Ed. Longanesi (2007) – Ricerca sulle inconografie di "Bonifacio" (pagg.78-79) e "Quercia" (pag. 346)
- La scheda del mio "Quaderno Botanico" dedicata alla Farnia è particolarmente utile per descriverne le caratteristiche.
- Maggiori approfondimenti riguardo alla Quercia, alla Farnia di Sterpo, alla Farnia delle Streghe ed alle malattie della quercia sono consultabili in questi articoli:
- La farnia sul sito win.teleparconord.it
- "La Farnia di Sterpo" sul sito gianttrees.org
- "Ha visto rivolte, terremoti, incendi e pesti: ecco la quercia più vecchia d'Italia" – articolo dedicato alla Farnia di Sterpo pubblicato su ilgazzettino.it (11/10/2017)
- "Farnia delle Streghe o di Pinocchio" sul sito di Italian Botanical Heritage
- "Leggende toscane: la Farnia delle Streghe a San Martino in Colle" – pubblicato su toscanascosta.blogspot.com
- Galla (botanica) su Wikipedia
- Come combattere la malattia delle querce – approfondimento del sito agrituber.it - Le Farnia monumentali della Regione Emilia-Romagna sono state ricercate sul Portale IBC – Alberi Monumentali Emilia-Romagna
- Per la parte riguardante la Basilica di San Petronio, consiglio di guardare il servizio di ETV Rete 7 - Dedalus dal titolo "I segreti di San Petronio"
- Le immagini a supporto di questo articolo (non scattate da me) riportano l'indicazione della fonte e se possibile dell'autore.
- Ringrazio l'amico Gianpaolo Amadori, per avere condiviso il suo pensiero speciale verso la Farnia che vede sempre quando esce da casa sua.
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