Risalgo la ripida stradina a piedi, come risucchiata da una corrente che va in senso contrario. Sono venuta a Savignano sul Panaro consigliata da un amico e ho la sensazione di aver fatto bene a seguire il consiglio.
L'estate è alle porte e l'ingresso dell'antico borgo medievale si rivela dinanzi a me non appena arrivata alla fine della salita.
Il Castello di Savignano viene citato per la prima volta in una pergamena del 1026, ma i primi insediamenti nella zona risalgono a molto tempo prima. Il territorio ha visto nei secoli la presenza di diverse culture: neolitica, villanoviana, etrusca, celtica, romana e longobarda, a testimonianza dell'attrattiva che queste terre costituivano per la loro fertilità e prosperità.
In epoca tardo romana, dal nucleo di una villa, fortificata dai Longobardi e conquistata ed ampliata dai Franchi, ebbe origine la Corte di Savignano che nell'anno 1025 fu donata, dopo la sconfitta dei Longobardi, alla Chiesa di Modena da Pipino, figlio di Carlo Magno, Re d'Italia dal 781 all'810. La corte è testimoniata anche da un placito dell'anno 855 dell'imperatore Ludovico II.
Il borgo antico di Savignano ha una struttura che ricorda le vicissitudini storiche, politiche e sociali che si sono susseguite nei secoli. Il Castello nasce come fortezza e luogo di guardia delle terre in riva al Panaro, che lungamente sono state contese fra Bologna e Modena.
Numerose Signorie e proprietà si sono alternate infatti in queste terre dopo Matilde di Canossa. Fra queste ricordiamo i Pepoli, gli Estensi, i Savignani, i Contrari, i Boncompagni.
Osservando la zona dall'alto e servendoci di alcune mappe illustrate trovate in rete, possiamo notare che il borgo fortificato è disposto su tre livelli di cerchie murarie, ancora parzialmente conservate, disposte come cerchi concentrici attorno all'altura. All'interno di ognuna, si trovano abitazioni ed altre importanti costruzioni.
Il primo livello inizia dall'attuale Piazza Zanantoni, dove fino al 1922 si trovava anche la Fossa Castellana, e prosegue lungo la via Basilicata, ove ciò che resta delle alte e spesse mura è ancora visibile, pur se coperto da una fitta vegetazione.
Possiamo accedervi (oggi, perché forse un tempo vi erano anche altri ingressi secondari), partendo dall'Oratorio di San Rocco, eretto nel 1631, ed imboccando la via Crespellani, fino al primo torrione, che un tempo era dotato di ponte levatoio ed al cui centro possiamo ammirare una Madonna con Bambino opera di scuola bolognese del XVII secolo.
All'interno, sono visibili su alcune pareti tracce di antiche porte oggi murate che un tempo dovevano essere accessi alle parti difensive dei torrioni o delle mura. Noteremo anche che le case che insistono tra la via Crespellani e la parte destra di via Paciocchi dovevano essere un tempo le mura che proteggevano una parte del castello. La "Torre del Cappellano", una delle torri a presidio dell'antica cerchia muraria, che sorge al termine del corpo di edifici sulla via Paciocchi, ne è una chiara testimonianza.
All'interno di questa prima cerchia, ritroviamo alcune importanti costruzioni, come la Casa di Matilde che per tradizione è considerata l'abitazione dove la Contessa Matilde di Canossa soggiornava quando si trova in questi luoghi e la “Casa del Capitano” o “del Vescovo” che all'esterno presenta tracce di affreschi fra cui uno stemma della famiglia dei Contrari.
Il secondo livello difensivo converge nella Torre del secondo voltone, una costruzione antichissima, come attestano i ciottoli di fiume con cui è stata eretta. Essa rappresentava l'acceso alla parte più sicura del castello, ma aveva anche la funzione di torre di guardia.
Possiamo dire che la fortezza era ben difesa e molto ben organizzata militarmente: in caso di invasione della prima cerchia di mura, militari ed abitanti del borgo potevano ripiegare all'interno della seconda cerchia di mura.
Una volta percorsa la salita, la via Crespellani oltrepassa due pilastri di cancello andando a congiungersi con via Mandria. Probabilmente, si trattava dell'antico percorso che girava attorno all'ultimo baluardo della Rocca, quello che possiamo definire il terzo livello difensivo.
Il punto più alto di questo terzo livello, che un tempo doveva essere il luogo che diede origine all'antica corte, si può raggiungere attraverso un'ampia scalinata costruita nel 1894, al posto di una più piccola e poco agibile. Qui sorge la Chiesa di S. Maria Assunta, che venne fatta ricostruire negli anni 1746 -1750 al posto dell'antica chiesa, testimoniata in documenti del 1027 e del 1033.
Nei primi anni del 1800, cioè con l'occupazione Napoleonica, il piccolo cimitero che si trovava nell'attuale sagrato venne trasferito nella sede di Borgo S. Giovanni e si iniziarono i lavori di costruzione del nuovo campanile, in sostituzione della vecchia torre campanaria collocata a sud-est della chiesa. Il nuovo campanile, terminato nel 1813, fu costruito con il prelievo dei materiali delle vecchie mura con la sola cuspide in mattoni e in cotto.
Il borgo antico di Savignano sul Panaro è dunque un interessante insieme di stili ed elementi architettonici che ne denotano la lunga storia e le trasformazioni avvenute nel corso dei secoli.
Mai dimentica delle sue origini, la comunità savignanese conserva intatte le sue tradizioni, le sue credenze (qui il culto mariano è particolarmente diffuso e sentito) e la volontà di commemorare importanti momenti della sua storia.
Ne è una dimostrazione l'annuale "Lotta per la Spada dei Contrari", che a settembre vede le 6 frazioni di Savignano sul Panaro (Il Castello, Doccia, Formica, Garofano, Magazzino, Mulino) sfidarsi con giochi ed altre iniziative per rievocare la donazione del feudo di Savignano ad Uguccione dei Contrari nel 1409.
Osservando il paesaggio circostante dal punto più alto del borgo, non posso fare a meno di considerare la lunga tradizione agricola che caratterizza questo territorio: si notano frutteti e vigne a perdita d'occhio, che rendono Savignano famosa per i suoi prodotti di eccellenza: ciliegie, susine, pere ed una produzione vinicola famosa già all'inizio dell'XI secolo, testimoniata dalle numerose richieste di vino “bruschetto” di Savignano da parte di vescovi, abati, uomini d'armi, della stessa Matilde di Canossa e, nel tempo presente, dagli undici vini DOC del territorio.
Quando all'inizio dell'articolo dicevo che visitare Savignano è come sentirsi risucchiati da una corrente al contrario, non scrivevo a caso: cultura, tradizioni, storia del territorio convergono tutte qui e s'innalzano verso l'alto, proprio come la struttura del borgo suggerisce.
Invito tutti i miei lettori a visitare questo affascinante borgo ed a constatare personalmente la misteriosa atmosfera d'altri tempi che qui si respira.
Note, documenti, link ed altri materiali utili alla scrittura dell'articolo:
- "Savignano sul Panaro – Guida al Borgo Antico" – depliant illustrativo del Comune di Savignano sul Panaro.
- Sito www.borgocastello.org dell'Associazione Borgo Castello, ricco di informazioni sul borgo fortificato, gli eventi e le iniziative, dal quale ho prelevato anche la bella mappa delle locande all'interno del Castello in occasione della "Lotta per la Spada dei Contrari".
- Mappa/ricostruzione "Nuova veduta del Castello di Savignano" realizzata da Loreno Confortini pubblicata nell'area delle Carte Storiche del sito della Fondazione di Vignola.
- La ricostruzione dell'antico borgo fortificato è un'ipotesi derivata dall'osservazione in loco, dalle informazioni tratte dai documenti sopraindicati e dalla conoscenza acquisita osservando altre strutture difensive. Rimango a disposizione di chiunque abbia informazioni che servano ad approfondire l'argomento.
- Nell'album Facebook "Savignano sul Panaro, Borgo Medievale" ho pubblicato alcune delle immagini scattate durante la mia visita nel borgo.






