La Via Romea Germanica rappresenta uno dei più importanti itinerari di pellegrinaggio europei, collegando il Nord Europa a Roma attraverso Germania, Austria e Italia. La sua storia documentata risale al XIII secolo, quando l'abate Alberto di Stade intraprese il viaggio verso la Città Eterna che avrebbe immortalato negli Annales Stadenses.
Alberto nacque verso la fine del XII secolo e divenne nel 1232 abate del monastero benedettino della Santa Vergine Maria di Stade, importante città anseatica portuale alla foce dell'Elba. Il suo viaggio verso Roma fu motivato dalla necessità di ottenere il permesso di Papa Gregorio IX per introdurre una disciplina ecclesiastica più rigida nel suo monastero, secondo il modello cistercense. Il Papa acconsentì, ma i confratelli e l'arcivescovo di Brema rifiutarono, più interessati agli equilibri di potere che alla riforma. Deluso, Alberto si dimise e entrò nel convento dei Frati Minori di San Giovanni, votato all'ideale francescano di povertà.
Qui si dedicò alla stesura degli Annales Stadenses, cronaca in latino degli avvenimenti ecclesiastici e politici del suo tempo. Nell'opera si trova il dialogo tra i monaci Tirri e Firri sulle migliori vie per un pellegrinaggio verso Roma, dove l'abate fornì dati precisi su luoghi, distanze, condizioni delle strade e lunghezza delle tappe in miglia tedesche. Il manoscritto originale è conservato nella biblioteca Herzog August di Wolfenbüttel, in Germania.
Tra i secoli XII e XIV, la via assunse grande importanza strategica, venendo percorsa dagli eserciti imperiali germanici di Enrico VI, Ottone IV, Federico Barbarossa e Federico II per controllare i possedimenti nel meridione d'Italia. Questo cammino, il cui tratto italiano si snoda per oltre 1.000 chilometri, era frequentato da re, papi, crociati, santi, pellegrini e mercanti diretti a Roma, una delle principali mete della cristianità insieme a Gerusalemme e Santiago di Compostela.
L'Emilia-Romagna custodisce alcune delle tappe più affascinanti della Via Romea Germanica, dove la dimensione spirituale si fonde con eccezionali patrimoni storici e naturalistici. Il cammino attraversa un territorio plasmato dalle acque, dove l'antica presenza del Po di Primaro e dei torrenti appenninici ha creato un paesaggio unico di valli, canali e zone umide.
Ferrara rappresenta una tappa fondamentale del percorso, città d'arte rinascimentale che conserva intatto il fascino della corte estense. I pellegrini che attraversano la città possono ammirare il maestoso Castello Estense con le sue quattro torri circondate dal fossato, simbolo del potere della famiglia d'Este che governò la città per secoli. Il centro storico, patrimonio UNESCO, offre un dedalo di vie medievali che conducono alla Cattedrale di San Giorgio, capolavoro romanico-gotico costruito a partire dal XII secolo, proprio nel periodo in cui l'abate Alberto percorreva queste terre.
Argenta costituisce un nodo cruciale della Via Romea Germanica, dove storia, fede e natura si intrecciano in modo indissolubile. La cittadina, probabilmente di origine romana, si sviluppò lungo le antiche vie d'acqua che caratterizzavano questo territorio. Il simbolo più significativo del pellegrinaggio argentano è il Santuario della Celletta, edificio maestoso e imponente che si scorge da lontano quando si cammina lungo la via. Questo santuario rappresenta un luogo di sosta spirituale per i pellegrini diretti a Roma, testimonianza della profonda devozione che ha caratterizzato queste terre nei secoli.
Altro gioiello di Argenta è la Pieve di San Giorgio, antica chiesa medievale che conserva l'architettura romanica tipica delle pievi rurali emiliane. Questa pieve costituisce una tappa immancabile per comprendere l'importanza storica e religiosa del territorio, rappresentando uno dei luoghi di culto più antichi della zona. Il territorio argentano custodisce anche la Delizia di Benvignante, una delle residenze estensi che punteggiano la campagna ferrarese, testimonianza del raffinato mecenatismo della corte di Ferrara.
Le Valli di Campotto rappresentano uno dei tesori naturalistici più preziosi dell'intero percorso della Via Romea Germanica. Queste zone umide sono ciò che rimane delle antiche Valli di Argenta e Marmorta, che cominciarono a formarsi dal XII secolo quando il Po di Primaro, ormai pensile e ingombro di sedimenti, non riusciva più a ricevere le acque dei diversi torrenti appenninici che qui confluivano.
Oggi le Valli di Campotto comprendono tre oasi principali: Campotto, Bassarone e Vallesanta, costituiscono una delle più vaste zone umide d'acqua dolce dell'Italia settentrionale. La loro importanza è riconosciuta a livello internazionale: sono state dichiarate zona umida di interesse internazionale dalla Convenzione di Ramsar del 1976 e fanno parte della sesta stazione del Parco Regionale del Delta del Po.
Questo ecosistema rappresenta un "museo all'aperto" dove la natura esplode in tutta la sua biodiversità. Le valli ospitano una ricca avifauna, con centinaia di specie di uccelli migratori e stanziali che trovano rifugio tra canneti e specchi d'acqua. Il Bosco del Traversante, bosco igrofilo a sommersione saltuaria di circa 130 ettari, rappresenta un ambiente forestale unico nella pianura padana.
L'Ecomuseo di Argenta si compone di tre stazioni museali che permettono di approfondire la conoscenza del territorio: il Museo delle Valli, ospitato nel Casino di Campotto, splendido edificio settecentesco un tempo adibito a casa di caccia, illustra la storia, la cultura e le tradizioni di questo territorio; il Museo della Bonifica documenta le opere di trasformazione idraulica che hanno plasmato il paesaggio; il Museo Civico conserva importanti reperti archeologici. Chi visita questi luoghi può sostare presso i centri visita e percorrere i sentieri attrezzati con appositi capanni fotografici per l'osservazione della fauna.
Proseguendo verso Ravenna, la Via Romea Germanica attraversa le suggestive Valli di Comacchio, zona lagunare che ha fatto meritare alla città l'appellativo di "Piccola Venezia". Comacchio, singolare insediamento sorto in epoca tardo-romana, costituisce un'area simile alla laguna veneziana per conformazione e fascino. Il centro storico è un capolavoro urbanistico costruito sull'acqua. Il simbolo della città è il complesso architettonico dei Trepponti, monumentale opera seicentesca che unisce quattro canali, offrendo un panorama indimenticabile. Dal Ponte degli Sbirri si gode di una vista particolarmente suggestiva: da un lato l'Antico Ospedale degli Infermi, oggi Museo del Delta Antico, dall'altro l'elegante Palazzo Bellini ottocentesco.
La Basilica di San Cassiano, conosciuta anche come Duomo di Comacchio, è il principale luogo di culto della città. Consacrata nel 1740 dopo anni di costruzione secondo il progetto dell'architetto Angelo Cerruti, rappresenta un importante riferimento spirituale per viaggiatori e pellegrini. Le Valli di Comacchio costituiscono un ecosistema lagunare di eccezionale valore, dove l'antica tradizione della pesca dell'anguilla si tramanda da secoli.
Oggi la Via Romea Germanica sta vivendo un momento di rinnovata attenzione, inserita nell'Atlante dei Cammini d'Italia del Ministero della Cultura e valorizzata in occasione del Giubileo 2025. Il percorso emiliano-romagnolo si congiunge con altri importanti itinerari come il Cammino di Sant'Antonio, il Cammino di Assisi e il Cammino di Dante, creando una rete di percorsi spirituali e culturali che attraversano l'Italia.
La Via Romea Germanica offre ai pellegrini moderni un'esperienza autentica e sostenibile, lontana dal turismo di massa, dove il contatto con la natura, la storia e la spiritualità permette di riscoprire ritmi più lenti. Camminare lungo questa via significa ripercorrere le orme dell'abate Alberto e di migliaia di pellegrini che nei secoli hanno cercato in questo viaggio una trasformazione interiore.
Bibliografia, documenti ed altri materiali utili alla stesura dell'articolo:







