Lucrezia Borgia è una delle donne più discusse del Rinascimento italiano. Nel corso del tempo, la sua figura è stata variamente interpretata, il più delle volte malevolmente, da letterati, artisti e registi. Ma recentemente, la decriptazione di una lettera cifrata da lei scritta nel 1510 al marito Alfonso I d'Este e conservata presso l'Archivio di Stato di Modena, ha consentito, insieme ad altri documenti, di fare luce su alcuni aspetti meno noti di questa donna e di riabilitare la sua immagine.

Lettera cifrata Lucrezia BorgiaPrima di rivelare il contenuto di questa lettera cifrata e la sua importanza per la storia del territorio ferrarese, è utile fare una premessa sul contesto storico nel quale Lucrezia Borgia la scrisse.

Lucrezia giunse a Ferrara nel 1502 come sposa del Duca Alfonso I d'Este, proprio all'approssimarsi del periodo in cui l'Italia diventò teatro delle guerre europee che misero in pericolo la sopravvivenza del ducato estense. La lettera è datata 8 ottobre 1510, cioè dopo che Papa Giulio II, una volta rotti i patti della Lega di Cambrai del 1508, fece un improvviso voltafaccia schierandosi con i "nemici" veneziani e determinando l'accerchiamento del ducato estense. Nello stesso tempo tolse il titolo di gonfaloniere di Santa Romana Chiesa ad Alfonso d'Este per darlo al cognato Francesco Gonzaga (marito di Isabella d'Este, sorella di Alfonso), che fu costretto ad allearsi coi veneziani e col Papa. In ultimo, scomunicò Alfonso, che si trovò a contrastare questa nuova alleanza insieme alla Francia, della quale Papa Giulio II cercava di contrastare l'espansione.


Lucrezia dovette quindi muoversi in questa
mutevole situazione bellica in qualità di reggente del ducato, ruolo affidatole dal marito mentre era in guerra.

Dunque, la sua lettera si inserisce in un contesto di grande rivalità e contesa militare, dove scrivere attraverso codici e rendere illeggibile il contenuto di una missiva era fondamentale per impedire ai nemici di carpire importanti segreti militari.

E' infatti composta da simboli grafici ed alfabetici che fino a qualche anno fa rapprentavano un mistero. Poi la missiva emerse finalmente dall'Archivio di Stato di Modena per essere mostrata nella trasmissione di Rai Educational nell'ambito de "Il Tempo e la Storia" del 1° agosto 2014.
Il Dr. Daniele Palma, spettatore della trasmissione, riconobbe in quella lettera alcuni simboli grafici ed alfabetici che aveva già decodificato in passato e ritenne di poterla decifrare.

E finalmente riuscì a svelare un mistero durato più di 500 anni. Nella lettera, infatti, Lucrezia comunica al marito le cattive nuove appena giunte: la Rocca Possente di Stellata, una delle difese più importanti a monte del territorio ferrarese, è caduta nelle mani dei veneziani.

 

Lettera cifrata di Lucrezia Borgia ad Alfonso I d'EsteIll. S.re mio etc. Questa sira ale vintequatro hore è venuto

dal Bondeno qui uno di Ferrari<a> genero del

bailo de Venetia il quale me ha dicto che la

Stelata è persa et lui havere visto et

parlato cum il Mancino che era capo de

quelli fanti che vi erano dentro, ill. S., et che

lo è passata molta gente et passava

tutavia, et erano piene quelle case che

sono dreto il borgo dela Stellata et che

le galee no sure erano de sotto dala host(a-)

ria del Bondeno. Ill. Sig.re, mi è parso darne adv(iso)

a V.ra ill. S. per questa spazata per stafeta ()

[…] la V.ra me advisarà se meser Nicolò da Est(e)

è venuto a lei […]. Ferrarie, octavo octob(ris)

MDX, ill. S. Lucretia […] ducissa […] ill. S.”

 

Cavossi q(ue)sta cu(m) la ziffra da Mantua”

 

Lucrezia Borgia d'Este, supposto ritrattoLucrezia è concisa e molto ossequiosa nel tono. La figlia di Papa Alessandro VI e della mantovana Vannozza Cattanei, in questa come in altre missive visionate, dimostra chiaramente la sua grande competenza nel governo del ducato. A soli trent'anni amministra saggiamente, in assenza del marito, il ducato estense già circondato per tre lati dai nemici veneto-pontifici ed a rischio di essere tagliato in due dalla penetrazione veneta al centro del proprio territorio fra il ferrarese e il modenese.

L'obiettività del racconto di Lucrezia è confermata da quanto scritto da Marin Sanudo nei suoi Diarii a proposito degli eventi accaduti a Stellata l'8 ottobre 1510.
Scrisse infatti: "Come, quasi a meza note, si comenzò a bater la forteza di Figaruol, et hasse continuato fin quell'horra (...). Et per quello vedeno, etiam a la Stellata hano cessato de tirare, et tutti dal canto di là fugeno. Judicano sia stà abandonata, et procurerano di haver qualche barcha, per mandar qualche fante a verificarsi; sì che spera haver quella forteza. Etiam di la Stelata le galie se sono retirate de soto da la Ponta, verso Ferara; sì che non se li ha possuto dar noglia. Et è data dita letera a Figaruol (...). Da poi pocho vene letere dil dito, date a Figaruol, a dì 8, hore 19. Come li nostri fanti, et il cavalier di la Volpe, andono di là, et ebbeno la Stelada, la qual da i nimici fo abandonala, dove vi meterà custodia etc. Item, avisoe a Bologna dil suo esser lì, e aver auto

Figaruol, col campo. Item, hanno sentito di là, versso Ferara, trar assa’ bombarde (...)".

 

Il racconto di Marin Sanudo ci ricorda che un tempo le fortezze sul Po erano due: quella di Stellata a destra Po e quella di Ficarolo a sinistra Po, oggi scomparsa. Le due fortezze vennero unite nel 1399 da una catena lunga 400 piedi che consentiva di controllare le navi in transito.

 

Alfonso I d'EsteLa missiva, come emerge dal testo decriptato, fu inviata via staffetta, ovvero col cambio veloce di cavallo ed eventualmente di messo-cavaliere nelle stazioni di posta. Questo garantiva la consegna rapida della corrispondenza, un requisito più che mai essenziale per comunicazioni di questo tipo.

Ed effettivamente il messaggio fu recapitato velocemente, poiché viaggiò da Ferrara, dove si trovava la duchessa, a Mirandola, dove si trovava il Duca Alfonso I d'Este, forse in meno di un giorno. Lo sappiamo perché la decriptazione della missiva di Lucrezia, ed in particolare la data in essa contenuta, ha consentito di abbinare ad essa una lettera successivamente rinvenuta sempre all'Archivio di Stato di Modena, quasi interamente cifrata, ma con le indicazioni spazio-temporali in chiaro, seppur abbreviate: si tratta della risposta di Alfonso a sua moglie, scritta il 9 ottobre 1510. Egli conferma alla moglie di avere ricevuto la sua missiva, cerca di tranquillizzarla perché in pericolo non è solo il ducato, ma anche la loro prole. Se i nemici sono impegnati a Stellata non possono farsi in due per attaccare anche Ferrara. Direttive, considerazioni e notizie su aspetti operativi della condotta bellica che emergono dalla missiva rivelano i compiti politici e di fiducia affidati a Lucrezia nella sua reggenza dello stato e della capitale in assenza del duca, ma anche il rapporto di estrema complicità tra i due, che dialogano quasi come comandanti militari oltre che come marito e moglie.

 

La corrispondenza tra i due coniugi in un momento così turbinoso per il ducato ed anche le numerose altre lettere di Lucrezia Borgia conservate presso l'Archivio di Stato di Modena, all'interno degli archivi prodotti dagli Estensi, sono di fondamentale importanza per riscrivere la valutazione storica di due figure importanti a distanza di mezzo millennio, trasformandoli da personaggi in persone, esseri umani reali che hanno condotto la loro esistenza in modo ben diverso da quanto descritto in rivisitazioni pseudostoriche di opere dell'800, ma anche più recentemente di film e serie tv.

 

Lettera cifrata di Alfonso I d'EsteCon questa ricerca illuminante, Daniele Palma ed i suoi figli hanno riabilitato l'immagine di queste due persone: da una parte Lucrezia, da molti considerata perversa e spietata avvelenatrice, che si dimostra invece una donna di governo responsabile e fedele, oltre che abile imprenditrice, madre amorevole e donna di grande fede cristiana; dall'altra, il duca Alfonso, che con questa donna saggia condivide l'amministrazione del ducato riponendo in lei estrema fiducia.


Questi ricercatori hanno voluto trovare la verità nelle parole stesse dei due protagonisti di questa storia. Auspichiamo che in futuro altri studiosi, con la stessa passione, vogliano approfondire ulteriormente l'argomento attraverso la cospicua documentazione che l'Archivio di Stato di Modena conserva da secoli.

 

 

Bibliografia, link, ed altri materiali utili alla scrittura dell'articolo:

 

 

 

Genziana Ricci
Sono Genziana Ricci, una blogger curiosa e da sempre appassionata di storia, cultura e arte. Ho creato questo blog per condividere con i lettori piccole e grandi storie del territorio di pianura bolognese, ferrarese e modenese. Credo profondamente nel valore del confronto e della divulgazione di conoscenze legate alla nostra storia, alle tradizioni e alla cultura del territorio, perché sono parte della nostra identità e possono offrire alle nuove generazioni insegnamento e arricchimento. Del resto, la storia ha bisogno di camminare sempre su nuove gambe.

 

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