Tipologia: Pilastrino (già pilastrino arboreo)
Collocazione: Bologna, via Chiesa Calamosco – incrocio via degli Aceri.
Origine del culto: Bologna. Nel caso specifico il manufatto, per le sue caratteristiche storiche ed estetiche, rappresenta l'espressione di una particolare devozione al culto della Madonna di San Luca nei territori compresi tra Castenaso, Quarto Inferiore e Granarolo dell'Emilia.
Descrizione: Nell'immagine principale di questa scheda è possibile osservare l'interessante evoluzione di un pilastrino votivo dedicato con tutta probabilità alla Madonna di San Luca. Nella fotografia scattata nel 2007, notiamo infatti che il manufatto nacque come pilastrino arboreo, una creazione non comune nelle nostre campagne e davvero singolare a vedersi. L'albero, molto probabilmente un acero campestre o forse un olmo, si ergeva dinanzi al pilastrino, con la chioma modellata a forma della corona floreale settecentesca che adorna la Beata Vergine di San Luca. Si trattava di uno splendido esempio di Ars topiaria rivolto ad intento votivo e protettivo insieme.
Il pilastrino sorge in una zona che un tempo costituiva un podere della famiglia Comelli, tutt'oggi proprietaria di Villa Monsignori-Comelli, importante residenza cinquecentesca situata poco distante.
Ad accudire e dare la forma alla pianta ogni anno era un contadino affittuario dei Comelli, deceduto quasi centenario non molto tempo fa. Col tempo, anche altre persone provvedevano alla cura del sacello. Come una coppia di coniugi che spesso passavano da lì in bicicletta e a volte, insieme, sostavano presso l'edicola per recitare il Rosario.
Purtroppo, però, anche gli alberi muoiono. La pianta fu probabilmente colta da una malattia che colpisce le radici all'altezza del terreno e causa prima l'indebolimento del vegetale, poi il suo graduale deterioramento. In un primo momento venne tagliata la parte offesa, pari a quasi la metà dell'esemplare, poi l'albero morì naturalmente e si provvide alla sua rimozione.
Questo deve essere accaduto non prima del 2012, in quanto il fotografo Luciano Leonotti ne realizzò una bellissima fotografia notturna che espose alla Biennale di Venezia 2011, nella quale la pianta era ancora intatta; inoltre sono disponibili immagini Street View Google che mostrano la situazione a novembre 2011: l'esemplare appare privo di tutta la chioma destra.
Della coppia di coniugi che accudivano il pilastrino rimase solo il marito, che dopo la morte della moglie e dell'albero decise di provvedere al restauro come lo vediamo oggi, aggiungendo anche le due piante laterali di Tuia (l'albero della vita). L'uomo continua la cura del luogo, lo pulisce dalle erbe, in memoria della compagna. D'estate lascia anche due "canestri" pieni d'acqua per chi, occasionalmente, voglia irrorare le piante.
Un tempo, a fine maggio, una processione dal "Centro del Latte" si fermava lì in preghiera. Ma anche molti residenti avevano l'abitudine di sostarci in preghiera o per il Rosario. Sulla pianta erano infatti poggiati fiori, rosari ed altri piccoli oggetti votivi, simbolo di un pensiero, un ringraziamento, un gesto devozionale.
L'immagine della Madonna presente all'interno dell'edicola oggi sostituisce l'originale, purtroppo trafugata anni or sono.
Non è stato possibile risalire all'epoca precisa della realizzazione, ma considerando l'età del contadino che potava la pianta, la presenza storica dei Comelli nel territorio e la vita media di un acero campestre, potremmo ipotizzare che l'opera risalga almeno ad un secolo fa.
È un peccato che un nuovo albero non sia stato ripiantato dinanzi al pilastrino, ripetendo quel grande esempio di devozione che esisteva prima. Oggi, dunque, risulta fondamentale ricordare questa testimonianza affinché non si perda traccia di questa rara espressione della religiosità popolare del nostro territorio.
Culti simili nei dintorni: poco distante dal pilastrino in questione, in via Calamosco, ne troviamo un altro ben conservato fatto realizzare dalla Signora Comelli come Ex voto, per essere scampata ad un incidente in carrozza. È pertanto presumibile ascrivere ad un Ex voto o ad una manifestazione di devozione verso la Madonna di San Luca da parte di qualche componente della famiglia Comelli anche il pilastrino oggetto di questa scheda.
Una lettrice della nostra pagina Facebook ci segnala inoltre che anche a Concordia Sulla Secchia (MO) esisteva una struttura del genere, della quale oggi è rimasta solo l'edicola in quanto l'albero (probabilmente un acero campestre) si è seccato.
Un'altra singolare espressione di devozione verso la Madonna di San Luca si trova a Castenaso in via del Frullo. L'edicola, caratterizzata da una struttura a capanna in legno e metallo dall'aspetto contemporaneo, protegge l'immagine sacra ed è stata realizzata con cura artigianale. Il manufatto presenta una base in cemento con un sentiero di accesso lastricato che conduce direttamente al sacello, testimoniando l'attenzione e la pianificazione nella sua costruzione. La presenza di fiori freschi e oggetti devozionali deposti ai piedi dell'immagine rivela come questa edicola sia ancora oggi oggetto di viva devozione popolare da parte della comunità locale.
Fonti d'informazione ed immagini:
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Ringraziamenti:
- Enrico Ragazzi, che ha segnalato il pilastrino ed ha indagato sulla sua storia, attraverso i racconti degli abitanti della zona.
- Giancarlo Scimè, parroco della Chiesa di San Giovanni in Calamosco.
- Ercole Fiorentini, parrocchiano e residente in zona, dal quale provengono buona parte delle informazioni presenti in questa scheda.
- I lettori della pagina Facebook "Storie di Pianura e dintorni" che hanno contribuito con i loro ricordi ed osservazioni. -
Preghiamo i nostri lettori di contattarci qualora fossero a conoscenza di ulteriori particolari rilevanti della storia del pilastrino.


