Tipologia: scultura (XVII secolo)
Collocazione: Porto del Navile (originaria) - Palazzo d'Accursio, Bologna (attuale)
Origine del culto: Bologna. Statua commissionata a titolo di voto.
Descrizione: questa notevole scultura in terracotta policroma, opera dello scultore Camillo Mazza (Bologna, 1602 – 1672), era collocata in una nicchia posta sulla facciata della Chiesa della Compagnia del Santissimo Crocifisso del Porto Navile, costruita nel 1632 per venerare l'immagine di un Crocifisso collocato sulle mura di cinta alle porte del “canale delle Navi”. Nel 1808, a dieci anni dalla soppressione delle confraternite, la chiesa venne chiusa e l'edificio fu variamente utilizzato, prima come edificio della Dogana, sede della Gabella Grossa, punto di partenza e di arrivo delle merci che viaggiavano sul Navile, poi in tempi più recenti come magazzino delle lavandaie del Canale di Reno, utilizzo che le è valso il nome popolare di “Cisa di Lavander”.
Quando nel 1934 vennero demoliti gli edifici portuali nei pressi di porta Lame, “chiesa” compresa, si decise di conservare la statua che da secoli era lì, ma di cui nessuno conosceva la storia e la committenza fino alla rimozione. Nella nicchia venne infatti ritrovata una cassetta di piombo contenente una pergamena. In tale documento era scritto che la statua era stata commissionata a titolo di voto per un fatto risalente al 21 febbraio 1667. Si narra infatti che quella sera la giovane Anna Maria Biancossi si stesse recando al Teatro dell'Accademia, nei pressi del porto, in compagnia del dottor Martelli (fratello del custode del porto), quando nell'attraversare la passerella che distingueva le due sponde del canale, inciampò e cadde nell'acqua gelida. Fortunatamente salvata, a ricordo dell'accaduto e per ringraziare la Madonna per la salvezza, si decise di fare realizzare la statua.
Sotto la scultura è collocata una epigrafe, “Virgo dei Genitrix” (Vergine Madre di Dio), e l'iconografia è piuttosto ricca e rende l'opera molto dinamica: la Madonna e gli angeli poggiano i piedi sulle teste di alcuni cherubini; in basso a sinistra si può notare la testa di quello che sembra essere un demone, forse il simbolo delle avversità della vita; a destra e sinistra gli angeli reggono alcuni dei simboli della Passione del Cristo (la colonna della flagellazione, il gallo che cantò per il rinnegamento di San Pietro, la lancia del centurione); Gesù regge tra le mani il Globo Crucigero, simbolo della sua supremazia sul mondo e sui poteri terreni; nella parte più alta, gli angeli in volo reggono una corona come se stessero per metterla sul capo dei due, a simbolo della gloria divina ma anche della supremazia regale della Beata Vergine e di suo figlio.
L'opera venne traslata e collocata in cima allo scalone d'onore di Palazzo d'Accursio, sotto la quale un'epigrafe ricorda la provenienza: “Questa immagine, scolpita da Camillo Mazza nel 1660, adornava la facciata della Chiesa del Crocifisso del Porto Navile demolita nel 1935 ed è stata qui collocata nel 1937”.
Per via delle scarse informazioni disponibili, non abbiamo avuto modo di verificare le evidenti incongruenze in merito alla data effettiva di realizzazione e di nuova collocazione della scultura.
Culti simili nei dintorni: non riscontrati. La scultura è un'opera unica nel suo genere, per significato, simbolismo, realizzazione.
Fonti d'informazione ed immagini:
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La Madonna della “Cisa di Lavander” a cura di Genus Bononiae
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Demolizione del Porto Naviglio, 23 giugno 1934 – a cura di bibliotecasalaborsa.it
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Chiuso l'Oratorio della B.V. del Porto, 1808 – a cura di bibliotecasalaborsa.it
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Demolizione del porto, 1 Gennaio 1934 – a cura di storiaememoriadibologna.it




