Qualche giorno fa, mentre facevo ricerche nell'archivio Digital Humanities della Fondazione Carisbo, mi sono imbattuta in questa bella cartolina che ha subito catturato la mia curiosità: pubblicizza il Circuito di Bologna, gara automobilistica che si tenne il 6 e 7 settembre 1908 e prevedeva le tappe Borgo Panigale – Castelfranco – Nonantola – San Giovanni in Persiceto – Borgo Panigale.

Era un periodo nel quale le automobili erano pochissime e circolavano ancora le carrozze, pertanto si può comprendere quale fermento vi fosse in città e nei dintorni.
L'evento attirò nei giorni precedenti appassionati e sportivi, nobili e alto-borghesi, per gareggiare o assistere alla manifestazione dalle tribune "ufficiali" allestite lungo la Persicetana e addobbate con svolazzanti bandiere. Naturalmente, data la prestigiosità della gara, tutti tenevano a fare sapere della loro presenza sul luogo o a darne notizia agli amici e parenti. Questa cartolina, ad esempio, ambientata nel rettifilo Persiceto - Borgo Panigale - Scala, è viaggiata verso Fano da San Giacomo del Martignone (BO) e il timbro di spedizione risale al 27 agosto 1908, cioè prima dello svolgersi della manifestazione.
Non mancano poi le immagini che ritraggono uomini in divisa da pilota in posa davanti al manifesto pubblicitario del Circuito di Bologna, a riprova dell'irresistibile tentazione di essere immortalati per sempre come parte integrante della storia dell'evento.
L'attenzione degli organizzatori e delle amministrazioni pubbliche coinvolte, tuttavia, non si rivolse esclusivamente al dare visibilità alla gara, ma anche alle condizioni delle strade percorse: come dimostrano alcune cartoline, la rete viaria interessata dalla corsa venne incatramata, fu raddoppiata la strada per Borgo Panigale e venne realizzato un nuovo ponte sul torrente Lavino.
Le automobili, tuttavia, con la loro velocità media di 120 km/ora, di polvere ne alzavano comunque mentre attraversavano la campagna bolognese e modenese e quelli che, a mio avviso, ne mangiarono di più furono quanti, non avendo l'opportunità di occupare gli spalti d'onore, ingegnosamente allestirono delle tribune improvvisate lungo il percorso, come ben si nota da un'altra cartolina datata sul recto 6 settembre 1908.
I maggiori quotidiani e periodici del tempo riconobbero all’unanimità che l'organizzazione delle due competizioni era stata perfetta, il cronista de "Il Resto del Carlino" scrisse addirittura che poteva essere considerata superiore a quella dell’ormai famosissimo "Grand Prix de France".
Fatto confermato sia dalla mappa particolareggiata del Circuito disponibile sul sito di "patto per la Lettura" del Comune di Bologna, sia da un articolo pubblicato il 5 settembre 1908 su "La Stampa": gli organizzatori riuscirono a mettere insieme un piccolo "esercito" di circa 700 persone fra pompieri, guardie campestri e forestali, cantonieri ai quali si sarebbero aggiunti 35 volontari ciclisti ed automobilisti di Sondrio, 30 di Casalbuttano, 6 di Parma e forse 150 di Ancona, oltre a 300 fra guardie e carabinieri. Sul circuito erano inoltre presenti 22 posti di soccorso della Croce Rossa, con 65 operatori, riforniti di medicinali, medicature e barelle che, oltre a soccorrere, avevano il compito di segnalare tempestivamente alla Commissione direttrice, via telefono o telegrafo, anche il più piccolo infortunio che fosse occorso. A supporto di questa attività, le staffette telegrafiche e ciclistiche avevano il compito di mettere in comunicazione i diversi punti di soccorso per ogni reciproco bisogno.
Il punto di partenza a Borgo Panigale era poi organizzato con uno spazio per i rifornimenti e strade ben distinte per l'accesso a pedoni e carrozze e per il transito delle auto.
Insomma, nulla venne lasciato al caso, anche perché, come per ogni gara automobilistica che si rispetti, alcune criticità ci furono: delle diciassette auto che partirono rombando, solo sei tagliarono il traguardo e le altre rimasero in panne. Vi fu un solo incidente, ma fortunatamente senza vittime:
l'"Itala" di Fournier e la "Bayard-Clément" di Hautwast si rovesciarono in un fosso vicino a Borgo Panigale.
Alla fine, come si dice, vincono sempre i migliori: il già titolatissimo pilota Felice Nazzaro si aggiudicò la Coppa Florio tagliando il traguardo in 4 ore, 25 minuti e 21 secondi con la sua "Fiat", marciando ad una media di 120 km orari. La Targa Bologna venne vinta da Porporato su "Berliet".
Nel manifesto del Circuito di Bologna ideato per "Il Resto del Carlino", Augusto Majani non poteva descrivere meglio il significato della competizione: la modernità irrompe sulle strade sollevando un polverone attorno ai pali telegrafici, trasmettitori del messaggio. E' una sintesi molto efficace del concetto di velocità e immediatezza attraverso le nuove tecnologie di comunicazione (il telegrafo) e la conquista territoriale (il divorare chilometri sulle quattro ruote).
Era il segno tangibile di un'epoca che correva verso il futuro, dove la passione per la velocità e l'innovazione si incrociavano come strade, tracciando la via per un domani in cui l'automobilismo sarebbe diventato protagonista delle strade di tutto il mondo.
Bibliografia, documenti, link ed altri materiali utili alla scrittura dell'articolo:
-
Cartoline del Circuito di Bologna nell'archivio Digital Humanities della Fondazione Carisbo
-
3° Coppa Florio, 6 settembre 1908 – informazioni sul sito targaflorio.info
-
Il Circuito Automobilistico di Bologna – informazioni e immagini su bibliotecasalaborsa.it
-
Il Circuito di Bologna – articolo su La Stampa, 5 settembre 1908



