Nicchia di San Giobbe, FunoTipologia: nicchia con affresco (sec. XX)

Collocazione: via Galliera ang. Via Santa Marta, Funo di Argelato (BO)

 

Origine del culto: diffuso in particolare dal XVI secolo in tutto il territorio nazionale, specie nelle campagne, dove si allevavano bachi da seta.
Il culto di San Giobbe come protettore dei bachi da seta deriva da un'antica leggenda secondo la quale il diavolo, con l'approvazione del Signore, mise alla prova la fede di Giobbe, che pareva essere uomo che non peccava mai. Il diavolo lo privò di tutte le sue ricchezze, gli mandò malattie dolorosissime, lo riempì di piaghe dalle quali uscivano vermi, lo fece portare sopra un letamaio lasciando che tutti lo deridessero. Ma Giobbe non perse mai la pazienza e la fede, sopportando tutto in silenzio. Il Signore, vedendo tale atteggiamento, disse al diavolo di non torturare più Giobbe, trasformò i vermi in bachi e l'albero cresciuto sul letamaio in un gelso. Giobbe poté ritornare dalla sua famiglia, divenne vecchio, contento e ricco con la seta dei suoi bachi, poiché con il loro filo venivano realizzati i paramenti sacri dei sacerdoti ed i vestiti dei re.

Alla leggenda si deve la successiva associazione dei vermi ai bachi da seta da parte dei contadini.

 

Descrizione: la nicchia, contenente l'affresco di San Giobbe, è collocata sotto il portico di un palazzo dove un tempo sorgeva un oratorio dedicato a questo santo, eretto in una zona nella quale si coltivava il gelso ai fini dell'allevamento dei bachi da seta.

Nell'affresco, San Giobbe è rappresentato mentre prega nonostante il suo miserabile stato, sullo sfondo un paesaggio desolato, freddo e roccioso, iconografia che si ricollega alla leggenda.

L'iscrizione in marmo presente sotto la nicchia ci informa che l'oratorio fu sconsacrato nel 1925 ed adibito a bottega da artigiano fino al 1964, anno nel quale fu demolito.
L'oratorio dette il nome alla borgata di Funo, allora composta da una piccola casa padronale, un podere e 25/30 abitazioni di braccianti ed artigiani (calzolai, in genere), rimasto invariato ancora oggi: “San Giobbe”.

 

Culti simili nei dintorni: a Bologna, nell'antico ghetto ebraico, esiste il Vicolo San Giobbe, che prese il nome dall'ospedale e compagnia di San Giobbe (il cui oratorio è compreso oggi nella Galleria Acquaderni) dove venivano curati i sifilitici. L'ospedale fu soppresso nel 1799.
La sua intitolazione a San Giobbe, ci ricorda che il santo era anche invocato a protezione delle malattie più dolorose e delle eventuali piaghe da esse causate.

 

 

Fonti d'informazione ed immagini:

 

“Dalla terra al cielo – pilastrini ed oratori ad uso pubblico nel territorio di Argelato” di Gian Paolo Borghi e Vito Di Maio (2005) – scheda n. 27, pag. 24.

La leggenda di San Giobbe su Racconti con Morale

Vicolo San Giobbe su Storia e Memoria di Bologna

 

 

 

Genziana Ricci
Sono Genziana Ricci, una blogger curiosa e da sempre appassionata di storia, cultura e arte. Ho creato questo blog per condividere con i lettori piccole e grandi storie del territorio di pianura bolognese, ferrarese e modenese. Credo profondamente nel valore del confronto e della divulgazione di conoscenze legate alla nostra storia, alle tradizioni e alla cultura del territorio, perché sono parte della nostra identità e possono offrire alle nuove generazioni insegnamento e arricchimento. Del resto, la storia ha bisogno di camminare sempre su nuove gambe.

 

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