Madonna del Paradiso, Cento (FE)Tipologia: pilastrino mariano (1832)

 

Collocazione: via Risorgimento 28, Cento (FE)

 

Origine del culto: diffuso sin dall'XIX secolo (Cento di Ferrara).
Il culto è legato alla costruzione di un pilastrino nel fondo detto “Il Paradiso”, per volere del Sig. Eusebio Massari.

 

Descrizione: il pilastrino contiene l'effigie di una Madonna con Bambino realizzata in terra cruda che richiama l'iconografia della B.V. del Buon Consiglio.
Al Pilastren dal Paradis” è stato, in passato, un punto di riferimento per la devozione mariana del mese di Maggio di molti Centesi, quando costituiva un punto di aggregazione per la recita serale del S. Rosario. Per tutto il mese veniva applicata in cima al pilastrino una caratteristica “M” luminosa, che poi nel 1975 Dino Bonzagni riportò nel bozzetto del cancelletto.
Il decoro di questo pilastrino è sempre stato curato sia dagli abitanti della zona che da altri benefattori che si sono succeduti nel corso degli anni, anche dopo l'interruzione definitiva della tradizionale recita del S. Rosario.

L'ultimo restauro del 2014 ha rivelato, all'interno della cassettina nel pilastrino, la presenza di alcuni documenti che testimoniano le diverse manutenzioni e restauri avvenuti tra '800 e '900.

Ricordiamo a seguire un antico canto popolare dedicato a questa immagine sacra:
“.. A me rivolgiti
Con dolce viso,
Regina amabile
Del Paradiso.
Madre più tenera
Di Te non víè:
o Santa Vergine
Prega per me! “

 

Culti simili nei dintorni: Madonna del Paradiso di Michele di Matteo (sec. XV). Affresco murario attualmente nella Chiesa del Crocifisso proveniente da una piccola Cappella nella Basilica del S. Sepolcro (Basilica Santo Stefano).

 

Fonti d'informazione ed immagini:

 

 

 

 

 

Genziana Ricci
Sono Genziana Ricci, una blogger curiosa e da sempre appassionata di storia, cultura e arte. Ho creato questo blog per condividere con i lettori piccole e grandi storie del territorio di pianura bolognese, ferrarese e modenese. Credo profondamente nel valore del confronto e della divulgazione di conoscenze legate alla nostra storia, alle tradizioni e alla cultura del territorio, perché sono parte della nostra identità e possono offrire alle nuove generazioni insegnamento e arricchimento. Del resto, la storia ha bisogno di camminare sempre su nuove gambe.

 

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