Oggi è stata la festa del nostro patrono S. Michele Arcangelo. Ma a differenza degli altri anni, non sono rimasta ad Argelato (certamente, un giretto sugli autoscontri mi allettava, ma ho preferito passare il testimone a quanti hanno meno problemi di cervicale!). Walter Pulga mi ha invitata a Malacappa.
Non era un'occasione particolare, ma voleva mostrarmi alcuni lavori fatti sull'argine del Fiume Reno, più precisamente nella parte immediatamente antistante la borgata. In effetti, l'area che va da Argelato al Trebbo è stata ultimamente interessata da diversi lavori di messa in sicurezza, in particolare dopo la rottura dell'argine al Boschetto dell'ultima piena del febbraio scorso.
In questo caso, come annunciato sul Foglio Aperto n. 4-5 di luglio/ottobre, è stato svolto un importante lavoro di disboscamento e pulizia eseguito da professionisti.
Walter mi ha mostrato la risultanza di questi lavori, che sono durati qualche giorno: un'enorme catasta di legno, che non andrà certo sprecato: sarà un'importante azienda di Lucca a prelevarlo per riutilizzarlo o trasformarlo in truciolare.
Sembra inoltre che siano in corso degli approfondimenti tecnici da parte della Regione sull'arginello che protegge il borgo di Malacappa, al fine di eseguire degli interventi che possano renderlo più sicuro in caso di piene.
I lavori nella zona di Malacappa non sono certi finiti qui: intorno a marzo di quest'anno, ho pubblicato sulla mia pagina Facebook l'impressionante foto di uno dei vari crateri che si sono creati nella golena a seguito dello straripamento del fiume. Sto parlando di enormi voragini, larghe almeno 4 metri e profonde almeno 1,50 metri, che l'acqua ha scavato nei campi durante il suo "salto" dell'argine golenale dopo averlo distrutto in diversi punti.
Un grande danno per i coltivatori e per i proprietari terrieri del luogo, che hanno dovuto provvedere, a spese loro, a risolvere la situazione.Si credeva di dover acquistare un sacco di terra da qualche parte, ma come scriveva Cesare Croce, "Contadino, scarpe grosse e cervello fino". Sono stati gli agricoltori come Walter a trovare una soluzione comune per il problema, semplice ed economica: sono stati prelevati due centimetri di terra in eccesso dai vasti campi della golena, ricavando la terra che serviva a riempire le voragini e rimarginare gli argini golenali rotti.
Ed ora non rimane che prepararsi alla stagione delle piogge prossima ventura e sperare che il "Grande Fiume" (come lo chiamo io, anche se so che ce ne sono di più grandi e spaventosi) sia indulgente coi nostri territori.
Il nostro pomeriggio è proseguito con una perlustrazione dei tratti successivi del fiume. Con la jeep possiamo avventurarci sugli argini, finché le condizioni meteo ce lo consentono, e possiamo raggiungere più facilmente aree che a piedi o in bicicletta sono difficilmente praticabili.
Non nascondo che soprattutto gli abitanti di questi luoghi, comunque consapevoli da sempre della potenza del fiume, dopo l'ultima piena siano ancora più attenti e preoccupati di finire nuovamente inondati. Nel 1951, Malacappa è finita sott'acqua così come altre zone della golena (che sono state evaquate per sempre) e dopo questo evento l'argine maestro è stato alzato di un ulteriore metro e mezzo.
Le nostre passeggiate sono quindi molto istruttive, ma soprattutto mi rendono più consapevole dell'ambiente nel quale viviamo e del suo delicato equilibrio.
Ne abbiamo approfittato per andare anche a Voltareno, nel Podere S. Gioacchino dei Talon, per vedere se il Sig. Magri era in casa.
Mi chiederete chi è. Ebbene, si tratta dell'ultimo pastore del luogo. Fino a qualche tempo fa, portava le pecore a pascolare nei verdi e rigogliosi terreni del Savignano e produceva formaggio ed altri latticini in casa (ottimi, stando alle dichiarazioni di quanti li hanno assaggiati). Sembra che di recente abbia interrotto l'attività, ma molti in zona lo conoscono per questo suo antico mestiere.Da molto sono interessata a parlargli per conoscere la storia della sua attività, anche se cessata.
Ma oggi non era in casa e dovremo approfittare di un'altra occasione per ritornare, sperando che abbia voglia di condividere qualche storia interessante.
Sul campo dall'altra parte del podere, abbiamo notato un mezzo procedeva incessantemente con l'aratro. Non ho perso l'occasione di consolidare una "tradizione" iniziata l'anno scorso: quando l'estate è sul punto di finire, salgo su un mezzo agricolo con l'agricoltore e lo accompagno per qualche giro mentre lavora nel campo. L'anno scorso ho fatto un giro con la trebbiatrice nel territorio di Trebbo di Reno, quest'anno mi è toccato invece l'aratro a Voltareno. 🙂
Alcuni non ci crederanno, poiché il lavoro agricolo è molto duro, ma quando scendo da questi mezzi sento sempre una grande energia scorrermi addosso.
La terra costa fatica, ma credo dia sempre grande soddisfazione, forza e saggezza a chi la lavora.
Al nostro ritorno al "quartier generale" di Malacappa era già quasi sera. Abbiamo fatto una sosta nel piccolo bar per un caffé, un gelato e qualche chiacchiera con altri amici agricoltori di Walter che oggi hanno lavorato nei campi di altre tenute. Questo luogo è da sempre un rifugio tranquillo per le fatiche della giornata ed anche un ritrovo sia per gli abitanti della piccola borgata che delle località limitrofe, che vengono qui a scambiare qualche parola con gli amici di sempre.
E non è insolito che quando sono qui, mi senta come a casa mia e faccia fatica ad andarmene.
Ma si sa, le giornate finiscono perché ne possano iniziare di altre. E io so che di giornate così ce ne saranno ancora, che posso certamente visitare tanti altri posti interessanti, ma che a Malacappa tornerò sempre a cercare attimi di serenità.