Tipologia: Monete, reperti archeologici rari
Collocazione: Museo Etrusco di Populonia "Collezione Gasparri", Populonia (LI)
Il tesoro di Populonia è un vero e proprio tesoretto costituito da oltre cinquecento monete etrusche
d’argento, databili tra la fine del IV sec. a.C. e gli inizi del III sec. a.C., noto nella letteratura archeologica come il “ripostiglio della Porcareccia”. Nella prima metà del III secolo a.C., per ragioni ignote, questo tesoretto fu nascosto.
Più di duemila anni dopo (1939), questo tesoretto fu riportato alla luce durante gli scavi per il recupero delle antiche scorie di ferro nel Golfo Baratti, in località Poggio della Porcareccia.
Le monete, contenute in un vaso di ceramica andato in frantumi, furono raccolte dagli operai addetti ai lavori di scavo per conto della ditta Procchi, uomini che picconavano le scorie e donne che setacciavano la terra per recuperare il materiale archeologico.
Queste persone si spartirono le monete e della scoperta per alcuni giorni non si seppe nulla. Poi una signora che lavorava agli scavi si comprò un nuovo servizio di biancheria, mentre il marito andò a bere un bicchiere di vino da Pasquina, gerente del bar storico di Baratti, e pagò con le monete d'argento etrusche.
Così la notizia si sparse, lo vennero a sapere sia la Guardia di Finanza, che Giulio Gasparri e Tommaso Gasparri, suo padre, che in qualità di proprietario dei terreni sui quali era avvenuto il rinvenimento e coordinatore degli scavi, rintracciò uno per uno gli scopritori e, corrispondendo a ciascuno un piccolo risarcimento in denaro, si fece consegnare le monete che si erano spartiti. Ricomposto il tesoretto, Tommaso lo consegnò al Soprintendente alle Antichità d’Etruria, Antonio Minto, il 16 gennaio 1940.
Furono recuperate 565 monete, per la quasi totalità didracme d’argento con la raffigurazione di Medusa (Metus), l’iconografia tipica della produzione monetale etrusca di Populonia.
Dopo essere stato studiato, il tesoro fu diviso tra lo Stato e la Società Populonia Italica, proprietaria dei terreni nei quali avvenne il ritrovamento, che ricevette le monete come premio di rinvenimento per l’avvenuta scoperta. Oggi questo tesoro è stato restituito alla comunità, essendo confluito nella “Collezione Gasparri” ospitata presso il Museo Etrusco di Populonia.
Le monete sono tutte coniate alla Zecca di Populonia, la prima città etrusca a battere moneta,
probabilmente perché dotata di un porto nel quale si tenevano commerci con popoli del Mediterraneo che trovavano qui un approdo sicuro e perché aveva il minerale necessario per questa attività, piombo e argento in particolare, ma anche bronzo.
Ricordiamo che nel mondo antico, prima del VI secolo a.C., le trattative legate alla vendita ed all'acquisto di beni avvenivano attraverso il baratto.
Le prime "monete" poco somigliavano alle monete come noi le conosciamo. Erano piuttosto simili a pesi di scambio di bronzo, con forme di animali come delfini e tartarughe.
Passato questo periodo iniziale, le monete presero la forma circolare a noi familiare e, per motivi di globalizzazione, rappresentavano i mostri mitologici della loro epoca.
E' il caso delle monete ritrovate a Baratti, comparse a Populonia per la prima volta attorno alla metà del V secolo a.C. nelle quali Medusa la Gorgone ha una forte connotazione apotropaica, serviva cioè a proteggere o portare fortuna ed al tempo stesso a scacciare e spaventare nemici ed avversari.
Tuttavia, a differenza delle monete coniate in Magna Grecia o in Grecia, gli etruschi avevano molta meno attenzione alle caratteristiche estetiche della moneta: molte di queste sono infatti decentrate, prive di un'incisione precisa e sul rovescio non compaiono illustrazioni, ma segni e protuberanze di cui si ignorano valore e significato.
Tuttavia, le monete etrusche in archeologia non sono moltissime ed il rinvenimento del 1939 non è assolutamente ordinario.
A riprova di questo, è curioso constatare come non più di cinque monete coniate a Populonia siano state messe all'asta su eBay tra il 2009 ed il 2019 a delle cifre di tutto rispetto: stiamo parlando di oltre 5.000/6.000 Euro l'una.
Perciò, possiamo dire che vedere una moneta Etrusca è un evento davvero raro e che visitare il Museo Etrusco di Populonia è un passaggio obbligato per quanti amano questo genere di reperti e la loro storia millenaria.
Fonti di informazione e immagini:
- “Il tesoro etrusco di Populonia, le monete d'argento di Medusa ora visibili alla Collezione Gasparri” - video youtube a cura di ArchaeoReporter
- “Un tesoro ritrovato. Il ripostiglio di Populonia, le monete d’argento del grande porto degli Etruschi” - articolo a cura di Carolina Megale su archaeoreporter.com (14 giugno 2022)
- “Al Museo etrusco di Populonia workshop e inaugurazione del tesoro di monete d’argento con il volto di Medusa” - articolo a cura di fondazionelivorno.it (2022)
- "Il mistero degli Etruschi. Le monete” - articolo a cura del sito etruschi.name




