Sant'Antonio di Padova in adorazione del Bambino GesùTipologia: dipinto murale devozionale (probabilmente XVIII secolo)

Collocazione: Corso Guercino 24/G, Cento (FE) – arco di accesso portico ex “Palazzo degli Appresi”

Origine del culto: diffuso dal 1231(Camposampiero, Padova).
L'iconografia di Sant'Antonio da Padova in adorazione del Bambino Gesù ha origine da una visione mistica che il santo ebbe a Camposampiero poco prima di morire, descritta nell'agiografia antoniana. In questo episodio, il conte Tiso, l'ospite di Sant'Antonio, lo vide abbracciare il Bambino Gesù e ricevette da lui la richiesta di mantenere il segreto sull'apparizione. Questo evento divenne la base per molte rappresentazioni artistiche, che simboleggiano l'intimità del santo con Cristo e il suo attaccamento all'umanità del figlio di Dio.

Descrizione: l'immagine appartiene alla tipologia dei dipinti votivi che venivano collocati nello spazio urbano a protezione dei portici e per invitare i passanti alla preghiera. Rappresenta un soggetto di grande tenerezza: l’episodio della vita di Sant’Antonio da Padova in cui il frate francescano, mentre è assorto nella lettura dei sacri testi, si intenerisce di fronte all’improvvisa apparizione del Bambino Gesù e si inginocchia in adorazione. Questo tipo di iconografia è diffusa in Italia sin dal Medioevo attraverso incisioni, affreschi, santini, dipinti. Il più celebre di questi ultimi è stato realizzato dalla pittrice Elisabetta Sirani nel 1662 ed è oggi conservato presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna. E' plausibile che l'ignoto autore del dipinto centese si sia ispirato proprio alla rappresentazione della Sirani. Infatti, anche in questo caso Gesù Bambino si manifesta seduto su una nuvola e sant'Antonio si china per baciare con delicatezza il suo piedino, in segno di umiltà e venerazione, mentre angeli e cherubini osservano la scena. Anche la committenza potrebbe avere avuto un ruolo determinante nella scelta del soggetto. Il palazzo sul quale è posto il dipinto, che in un documento del 1750 viene nominato “Casa degli Appresi”, apparteneva all’epoca alla famiglia del conte Sebastiano Cavalieri Cremona. Potrebbe essere stata proprio questa famiglia aristocratica ad avere commissionato l'opera la quale, anche se non risultano al momento notizie documentarie, è inserita in una cornice di chiara fattura settecentesca.
Il dipinto, che data la sua collocazione era stato compromesso da intemperie e ingiurie del tempo, è stato restaurato tra il settembre e l'ottobre 2025 dalla restauratrice Sonia Radicchi. Il restauro ha avuto lo scopo di consolidare l'intonaco e la superficie pittorica, di preservare l'opera dall'ulteriore degrado e di restituire per quanto possibile una migliore leggibilità all’immagine, riconsegnando alla città di Cento un angolo di devozione e bellezza.

Culti simili nei dintorni: il culto del santo e l'iconografia sono diffusi in tutta l'Emilia-Romagna. Per il territorio che ci compete, abbiamo trovato due dipinti del Guercino simili per soggetto, uno a San Giovanni in Persiceto (BO), l'altro a Nonantola (MO). Tuttavia, si tratta di realizzazioni per committenti privati non finalizzati alla devozione popolare.
Rimango disponibile ad eventuali segnalazioni di lettori che abbiano rilevato sul territorio dipinti votivi del tipo centese.

Fonti d'informazione ed immagini:

 

Genziana Ricci
Sono Genziana Ricci, una blogger curiosa e da sempre appassionata di storia, cultura e arte. Ho creato questo blog per condividere con i lettori piccole e grandi storie del territorio di pianura bolognese, ferrarese e modenese. Credo profondamente nel valore del confronto e della divulgazione di conoscenze legate alla nostra storia, alle tradizioni e alla cultura del territorio, perché sono parte della nostra identità e possono offrire alle nuove generazioni insegnamento e arricchimento. Del resto, la storia ha bisogno di camminare sempre su nuove gambe.

 

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