Se vi dico "Campagna" qual è la prima cosa che vi viene in mente? Campi coltivati a perdita d'occhio? Un trattore che va ai 30 Km/h sulla strada intralciando il vostro passo? Una puntata de "La casa nella prateria"? Oppure un uomo che coltiva la terra asciugandosi il sudore dalla fronte? Credo che la risposta non dipenderà dal fatto che ci abbiate vissuto o meno, ma piuttosto dalla cultura che avete di questi luoghi.
Io sono nata qui, in provincia, in una zona circondata da vasti campi coltivati, che sono andati in parte scomparendo col passare degli anni. Qui ho vissuto la gran parte della mia vita, ma solo quando ho cominciato la mia ricerca ho compreso a pieno la moltitudine di significati che questo termine racchiude in sé.
Inizialmente avevo infatti pensato ad un unico articolo che descrivesse colture, tradizioni, vicende e sviluppo di questi sconfinati terreni che chiamiamo genericamente "Campagna". Avevo pensato addirittura ad un inizio poetico, alla maniera del Carducci, descrivendo quella nebbia che al mattino presto si alza lentamente dai fossi e dagli argini languendo dolcemente i filari d'erba, le vigne, la boscaglia, i poderi.
Ma mi sono accorta che non posso farlo: più leggo e m'informo sullo sviluppo della nostra campagna – non solo di quella argelatese – più mi rendo conto che riassumere tutto in un solo articolo è come raccontare il principio ma non la fine di una storia importante e per certi versi complessa.
E non voglio limitarmi a decidere se parlare di questo o quell'argomento. Perciò, scriverò più articoli nell'ottica di approfondire diversi temi: le colture, la struttura di una possessione terriera o podere, i contadini e gli artigiani, le diverse figure "protagoniste" della conduzione di un fondo e le vicende che le hanno viste coinvolte, i poeti della cultura rurale Giulio Cesare Croce e Carlo Brighetti, la composizione di una famiglia di campagna con i suoi ruoli, la diversificazione fra città e campagna, il culto religioso e le sue usanze, gli almanacchi rurali e i lunari.
L'intento è quello di dare un'idea completa di cosa significa "Campagna", anche se sono ben lungi dall'aver vissuto in prima persona gli argomenti di cui parlerò.
Non so cosa significa sporcarmi le mani e spaccarmi la schiena nel coltivare la terra, vedere un raccolto andare distrutto con la grandine o seguire le stagioni rigorosamente, ma scriverne mi aiuta a comprendere meglio il territorio che mi circonda ed a rispettarlo.
Del resto, sono figlia di un contadino, di un uomo che rispettava la terra come una madre, ne amava profondamente i frutti e traeva grande gioia dal coltivarla.
Qualche altra ragione potrei dare al fatto che mi ha chiamato Genziana?



