Tipologia: borgo/villaggio

Collocazione: Belvedere di Suvereto (LI)

 

Il borgo di Belvedere, località di Suvereto (LI), è un piccolo villaggio situato a 280 metri sul livello del mare, sulla sommità pianeggiante del colle a cavaliere di Suvereto. Questo piccolo gioiello rurale, dal quale si gode una vista straordinaria sulla Val di Cornia, la costa e parte dell'Arcipelago Toscano, fu costruito da Jacopo VI d'Aragona d'Appiano, signore di Piombino, a partire dal 1566 "per i dilettissimi sudditi del suo Castello di Suvereto per preservarli incolumi dall'intemperie dell'aria estiva".

Il paese, infatti, venne costruito in una zona fortemente ventilata, che consentiva di sfuggire agli effetti della malaria, pertanto i benestanti di Suvereto vi trascorrevano l'estate.

La costruzione di Belvedere permise anche di ripopolare queste terre, sempre più abbandonate dalle popolazioni locali causa pestilenze e guerre, accogliendo per secoli pastori, taglialegna, carbonai e poveri braccianti in cerca di fortuna, che giungevano fin qui dal lontano Appennino, dall’alta Garfagnana, dalle montagne di Parma e di Modena, dalla stessa Toscana e da altri Stati. Tanti odierni suveretani sono i discendenti di questi antichi migranti.

 

Tra '700 e '800 nelle zone in particolare tra Suvereto, Belvedere e Santa Croce cominciò ad affermarsi l'ulivo e verso la metà del '900 arrivò l’acqua potabile nella piazza centrale di Suvereto grazie a un condotto che partiva proprio dalla sorgente di Belvedere.

 

Belvedere è un ottimo luogo nel quale soggiornare, respirare aria buona, ammirare il panorama e la natura, gustare la cucina locale grazie ad un delizioso Bed & Breakfast e ad un ottimo ristorante tipico.

 

Fonti di informazione e immagini:


 

Genziana Ricci
Sono Genziana Ricci, una blogger curiosa e da sempre appassionata di storia, cultura e arte. Ho creato questo blog per condividere con i lettori piccole e grandi storie del territorio di pianura bolognese, ferrarese e modenese. Credo profondamente nel valore del confronto e della divulgazione di conoscenze legate alla nostra storia, alle tradizioni e alla cultura del territorio, perché sono parte della nostra identità e possono offrire alle nuove generazioni insegnamento e arricchimento. Del resto, la storia ha bisogno di camminare sempre su nuove gambe.

 

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