Biografie, storia, tradizioni

Da ormai 280 anni a Castel Guelfo di Bologna si celebra l'Adorazione delle "Quarantore", una liturgia nata allo scopo di onorare Gesù Cristo durante le quaranta ore in cui giacque morto nel sepolcro. Ma nel 1743 accadde qualcosa che avrebbe consacrato per sempre al mito questa liturgia.
Questo è stato il tema di una conferenza dal titolo "Il furto sacrilego avvenuto a Castel Guelfo nel lontano 1743. Una storia di religione", tenutasi a Imola l'11 novembre scorso e condotta da Gianluigi Tozzoli, Assessore alla Cultura del Comune di Castel Guelfo.

La foto che accompagna questo articolo è stata scattata da un fotoreporter de Il Resto del Carlino 68 anni fa. Ritrae una Argelato stranamente inquietante: il centro della nostra piccola cittadina sembra una città del Far West, deserta e silenziosa. La strada sterrata che la attraversa è erosa dal caldo estivo ed ingombrata da resti di oggetti dimenticati, le macine del Molino Venturelli sono abbandonate appoggiate al muro e la parete nell'angolo nord-est della Mota è annerita.
Questo era il panorama che si presentava al visitatore della cittadina all'indomani del 2 agosto 1951.

Sono di nuovo a San Giorgio di Piano, a percorrere la Strada Provinciale a piedi. Mi fermo sotto il palazzo all'incrocio tra la via Beretta e la via XX Settembre ad osservare una lapide commemorativa. Questo ricordo marmoreo fa riferimento alla Guerra Italo-Austriaca 1915-18 ed è dedicato a Giuseppe Bricola, tenente del 5° Reggimento Alpini.

Sto osservando una vecchia foto di Argelato che risale ai tempi del fascismo, anni in cui il nostro paese era ancora una linea di case sparse, con una strada sterrata al centro e pochi edifici rappresentativi ad affiancarla.
C'è una insegna interessante a lato della casa del fascio: OND, acronimo di Opera Nazionale Dopolavoro.
Si tratta di un'associazione la cui memoria è stata spazzata via dal tempo e dai tragici eventi della Seconda Guerra Mondiale.

A volte la memoria è un lungo viaggio a ritroso nel tempo, per alcuni più di altri. Eppure per Romano Guizzardi, classe 1925, certi ricordi d’infanzia sono più chiari e vividi che mai.
Curioso, ammette lui stesso, quanto la mente possa essere selettiva: a volte non ci si ricorda quello che si è fatto il giorno prima, ma si riescono invece a rammentare eventi accaduti 80 anni or sono.