Il MAF, Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese
Raggiungere il MAF, Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese, è stata una bella avventura già di per sé. Per arrivare a San Bartolomeo in Bosco, ho attraversato vaste campagne, percorrendo lunghe stradine fiancheggiate da canali, tenute di campagna e piccole borgate.
E quando sono arrivata, mi sono resa conto che non c'è nulla di più interessante di un museo agricolo perfettamente inserito nel suo naturale ed originale contesto.
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Ma quello che maggiormente mi ha colpito è la sua storia, che comincia molto prima della fondazione come museo.
Guido Scaramagli era un agricoltore della zona con una grande passione: quella di raccogliere tutto ciò che poteva testimoniare la cultura ed il lavoro contadino. Per molti anni ha ricercato, collezionato e conservato oggetti, mobili, attrezzi e strumenti di lavoro, macchinari, materiali archivistici e documentazione risalente ad un arco temporale compreso tra la fine dell'800 e la metà degli anni '50, periodo particolarmente importante sia per la storia agraria ferrarese che per quella italiana.
Scaramagli intuiva infatti il grosso cambiamento che la meccanizzazione del lavoro agricolo avrebbe portato ed il fine della sua collezione era la conservazione della memoria del mondo rurale ferrarese, soprattutto a favore delle giovani generazioni.
La sua intuizione incontrò ben presto l'appoggio di Renato Sitti, fondatore con Mario Roffi e direttore del Centro Etnografico del Comune di Ferrara.
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Sarà da questa collaborazione che negli anni '80 nascerà il MAF. Il Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese trova la sua naturale dimensione presso un podere di San Bartolomeo in Bosco, acquistato negli anni '50 da Scaramagli e ribattezzato "La Torretta".
Grazie alla fattiva cooperazione con il Centro Etnografico del Comune di Ferrara gli spazi espositivi e gli allestimenti verranno ampliati fino a raggiungere il tragitto culturale attuale.
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Al MAF, oltre ai 30 mila oggetti esposti, è possibile ammirare il borgo rurale con le sue botteghe ed uffici, la casa rurale, il teatro dei burattini e gli oggetti di scena dei burattinai Ettore Forni e Pompeo Gandolfi, l’oratorio poderale, la meccanizzazione agricola, i mestieri ambulanti, la frutticoltura, i trasporti.
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Attraverso questo percorso, particolarmente scenografico, ci si può immergere in un "piccolo mondo antico", che molti di noi non ricordano o non conoscono, e conoscere aspetti della vita e del lavoro che si conducevano nelle nostre campagne molti anni or sono.
Inoltre, il MAF è anche luogo di incontri culturali ed eventi dedicati alla storia del territorio e con diecimila visitatori all'anno, è diventato uno dei più importanti centri di documentazione del mondo rurale nel territorio ferrarese.
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Pensando all'iniziativa personale di Guido Scaramagli, non posso che ammirarlo e considerarlo un uomo appassionato e lungimirante, soprattutto riguardo alla divulgazione della cultura.
Invece che tenere tutto nascosto e solo per se stesso, Scaramagli ha deciso di utilizzare la sua collezione come strumento culturale e didattico, mettendola a disposizione di tutti.
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Egli aveva compreso fin dal principio un concetto importantissimo, che condivido pienamente: la storia appartiene a tutti noi e come tale deve essere condivisa, non solo per sopravvivere, ma anche perché, citando Cesare Pavese, "Quando il popolo non ha più senso del suo passato vitale, si spegne".
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Link e materiali utili alla scrittura dell'articolo:
- www.mondoagricoloferrarese.it
- www.latorrettagriturismo.com
- Guido Scaramagli, la memoria storica del lavoro e dell'imprenditoria agricola ferrarese – Articolo di Gian Paolo Borghi
La galleria fotografica delle immagini scattate al MAF è visitabile al link: https://www.facebook.com/pg/storiedipianura/photos/?tab=album&album_id=2298091593561425
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